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Colombina dello Scoppio del Carro

Scoppio del carro: la colombina pronta ad accendere duemila “fochi”

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Viaggerà a quasi 60 chilometri all’ora la colombina di cartapesta che, spinta da un razzo di circa 26 centimetri, partirà domani domenica di Pasqua (poco dopo le 11) dall’altare maggiore del Duomo di Firenze lungo un cavo d’acciaio lungo circa 120 metri. Comincerà così lo “Scoppio del Carro”. In 12 secondi raggiungerà lo storico “Brindellone”, fermo davanti al sagrato. Pesa circa un chilo la colombina e per evitare che – causa la velocità – possa sfondare il carro stesso, su quest’ultimo vengono messe delle spugne per attutire la frenata.

Sarà il momento dell’avvio della celebre festa pirotecnica, una tradizione che si svolge ininterrottamente dal 1497. Oltre cinquecento anni, ma le cui origini risalgono fino ai tempi della Crociate.

Il tempo per la colombina di fermarsi un istante, accendere il razzo di ritorno verso l’altare ed ecco che questo stesso razzo accenderà le micce del carro. Non ci devono essere intoppi o blocchi durante la corsa di andata e ritorno. Un tempo gli agricoltori dal regolare percorso della colombina traevano buoni auspici per il raccolto. L’ultima volta che si fermò per un guasto fu nel 1966, l’anno della tragica alluvione del 4 novembre. Forse non fu un caso.

Sembra una torre di esplosivo il carro. “Più effetto scenografico che effettiva potenza di fuoco, il minimo che serve per le accensioni” interviene tranquillizzante Fulvio Soldi, titolare dell’omonima storica fabbrica di fuochi d’artificio di Piandiscò (Arezzo), giunta ormai alla quinta generazione. E la sesta? “Ho due figli piccoli – sorride Fulvio – è presto, ma vedo comunque già un buon interesse per quello che ha sempre fatto la mia famiglia”.

Circa dodici minuti il tempo di fuoco effettivo durante lo “Scoppio”. Uno spettacolo pirotecnico conosciuto in tutto il mondo. Sono ben 1400 le “castagnole”, i classici botti per fare rumore, che circondano il carro. A queste si aggiungono almeno 500 “fochi” : 250 per le fontane, 150 per le piogge d’argento e le cascate d’oro scoppiettanti, 50 per le quattro girandole a metà altezza e quella grande alla sommità del carro.

Ogni anno il motivo dei “fochi” cambia “ma restando sempre della tradizione” precisa Soldi. La novità di questa edizione 2013 saranno soprattutto delle spirali di scintille intorno al carro e sulle girandole. Eliminati i fumogeni che ci sono stati nelle ultime edizioni (viola come la Fiorentina oppure biancorosso come i colori di Firenze) per un eccessivo ristagno del fumo sulla piazza.

Tutto è ormai pronto per il grande spettacolo di domani. Gli ultimi ad arrivare, ma indispensabili, sono i quattro buoi (più un altro di riserva) che trasporteranno i quaranta quintali del Brindellone da via il Prato al Duomo. Borgognissanti (un tempo prendevano via Palazzuolo), via Strozzi, piazza della Repubblica, via Roma, piazza san Giovanni, accompagnati dai figuranti del Calcio storico fiorentino. Un percorso impegnativo dove non mancano incertezze e buche, insidiosissime per gli animali. Alcuni anni fa un bove si fermò in ginocchio lungo il percorso mettendo a rischio tutta la manifestazione. Poi per fortuna si riprese.

I bovi per lo scoppio del carro

Ma chi sono i protagonisti? Il più noto è Bellino, un bove di pura razza chianina, campione del mondo in carica per altezza: 2,3 metri fino alla spalla. Pesa ben 13,6 quintali e ha circa 14 anni. Il compagno è il coetaneo Valentino, appena un po’ più “basso” (1,9 metri di altezza) ma più pesante (14,6 quintali). Davanti a loro nel corteo due buoi più giovani (5 anni) Capitano e Sansone di circa 12 quintali ciascuno. Infine ci sarà un bove di riserva (non si sa mai) Bimbo, di solo due anni e mezzo.

Arrivano da Foiano in Valdichiana (Arezzo) perché devono, come da tradizione, essere di pura razza chianina. Nella vita di ruminanti fanno solo questo: scoppio del carro a Firenze e Palio di Siena. Bellino e Valentino da oltre 12 anni. “Lavorano tre giorni all’anno, ma – dice a FirenzePost il bovaro Massimo Donnini – ma mangiano tutti i giorni. E non poco”.

Già dall’età di sei mesi, appena castrati, questi bovi vengono poco a poco allenati. Prima di tutto al traino e poi a stare in mezzo alla gente, cosa non certo frequente per queste bestie e che potrebbe innervosirli. Un addestramento che dura circa un po’ meno di tre anni. Come il Car quando c’era il servizio militare di leva.

Al momento del loro arrivo a Firenze poco dopo l’alba, alle Cascine, verranno puliti e preparati per la gran festa: lucidatura in oro di zoccoli e corna, addobbo di fiori e gualdrappa. Poi lento trasferimento lungo tutto il viale delle Cascine, piazzale Vittorio Veneto con attraversamento della linea della tramvia (che resterà ferma dalle 7.45 alle 8.15 circa) e quindi arrivo a via il Prato. Verrà loro messo il giogo e, a coppia di due la lenta marcia prende il via tra i primi applausi della gente. In prima fila i più giovani Capitano e Sansone, in seconda – più vicini al Carro dove il peso è maggiore – gli anziani Bellino e Valentino.

I tempi dello scoppio dello carro alla mezzanotte del sabato santo, visti fino alla fine degli anni ’50, appartengono ormai alla storia. “Meglio così – penseranno i buoi tra sé – ci mancava oltre a questo peso da trainare anche il buio, le luci dei riflettori e dei flash, e gli scoppi notturni. Così di giorno per noi va meglio”. “Noi invece avremmo fatto più bella figura di notte, per la gioia dei turisti e dei fiorentini” risponderebbero dall’alto le migliaia di “fochi” appesi e tintinnanti sul carro. Il dialogo tra sordi continua fino a piazza del Duomo. Ci penserà la colombina a tagliar corto ogni conversazione.

Il precedente articolo “Scoppio del Carro: il Brindellone in segreto si prepara” è stato pubblicato in data 29 marzo 2012

Sandro Addario

Giornalista

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