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Arresto aggressore

Ancora in prognosi riservata il turista accoltellato in piazza del Duomo a Firenze

Arresto aggressore
L’arrestato Antonio Antonelli bloccato dagli agenti della squadra mobile

Non è ancora sciolta la prognosi per Don Alan Brennan, il turista americano di 68 anni accoltellato ieri a Firenze in piazza del Duomo. Ci vorranno almeno altre 48 ore per sapere se è definitivamente fuori pericolo.

L’uomo è ricoverato presso la rianimazione dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Gli è stato asportato il rene destro, a seguito della profonda ferita alla schiena, che gli ha provocato anche uno pneumotorace per lesione della gabbia toracica.

Il colpo inferto dal presunto aggressore Antonio Antonelli, arrestato dopo circa un’ora dalla polizia nella zona di via Nazionale, deve essere stato particolarmente violento dall’alto verso il basso. Una profondità di almeno una decina di centimetri, se la lama del coltello impugnato è potuta arrivare fino al rene e lesionarlo irreparabilmente. Si sta ancora cercando l’arma, di cui l’uomo si sarebbe disfatto durante la fuga verso la zona del Mercato centrale. Sono state acquisite le immagini di alcune telecamere del centro storico per tentare di dare una risposta alle ricerche.

Intanto l’aggressore, definito uno squilibrato e con precedenti penali alle spalle, è stato portato ieri sera nel carcere di Sollicciano, con l’accusa di tentato omicidio, in attesa dell’interrogatorio da parte del giudice per le indagini preliminari.

Da quanto risulta l’uomo era stato già identificato durante un controllo in via Panzani due giorni fa, ma era stato rilasciato perché non stava commettendo alcun illecito.

Un lettore di FirenzePost ci ha anche segnalato che nella stessa giornata di ieri 21 maggio un uomo, che dalla fisionomia e dall’abbigliamento potrebbe corrispondere alla foto dell’arrestato, è stato visto poco dopo mezzogiorno discutere animatamente con un gruppo di turisti nei pressi della stazione di Santa Maria Novella. Di fronte alla loro reazione il soggetto si è allontanato per poi tornare minaccioso con un cartello stradale in mano. In quel momento (le 12.06) il lettore ha chiamato il 113 per segnalare la lite in corso, ma – probabilmente per un problema di linee sovraccariche – la chiamata è stata raccolta dalla centrale operativa di Roma anziché quella di Firenze. L’operatore, al quale il lettore ha lasciato il proprio nome, ha suggerito di rifare il 113, ma anche al secondo tentativo ha risposto Roma. A questo punto, dopo breve attesa, è stato chiesto al «segnalante» di comporre il numero esterno della questura di Firenze, per evitare ulteriori disguidi tecnici. Nel frattempo però il soggetto si era allontanato nuovamente, facendo perdere le proprie tracce.

Anche il gruppo di turisti se n’è andato, senza peraltro denunciare l’accaduto né alla questura né alla polizia ferroviaria della stazione alle quali non risulta giunta alcuna segnalazione.

Il problema della «deviazione» delle chiamate di soccorso non è nuovo, anche se capita di rado. Può succede quando nel caso di linee sovraccariche o quando c’è un vero e proprio guasto tecnico, l’azienda telefonica che gestisce le linee esterne dirotta la chiamata sul primo operatore libero, anche se distante dal punto di chiamata. Questo al fine di non lasciar suonare il telefono a vuoto e fornire una risposta, anche se interlocutoria, al richiedente.


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Sandro Addario

Giornalista

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