Appello da Solliccianino: «Non ci stiamo più, raddoppiati i detenuti»
FIRENZE – Le carceri sono sovraffollate, non è una novità. Lo è però il fatto che in un istituto come il «Mario Gozzini» si sia raddoppiato, nel giro di pochi mesi, il numero di persone ristrette al suo interno. Questa struttura a custodia attenuata è nata ed è stata pensata e realizzata con spazi complessivi che avrebbero dovuto ospitare non più di cinquanta persone. Attualmente, invece, ne contiene cento.
VITA DA DETENUTO – Una situazione che ha penalizzato e stravolto notevolmente la vita di noi detenuti che speravano di finire di scontare la pena in modo adeguato. E soprattutto nel rispetto del senso d’umanità sancito dalla nostra Costituzione nonché dalle raccomandazioni europee che stabiliscono che in una cella lo spazio disponibile e calpestabile a disposizione per ogni detenuto non debba essere inferiore a sette metri quadrati. Misura, quest’ultima, di fatto dimezzata.
PREOCCUPAZIONE – La preoccupazione vera e propria è che questo istituto possa perdere lo spirito per il quale è nato e sia snaturato e svuotato della sua funzione rieducativa, efficace e concreta.
IL PERSONALE – Una grande verità è che il personale che dovrebbe garantire, seguire e sostenere il trattamento rieducativo è sempre lo stesso, ma con un onere di lavoro raddoppiato. Il personale della Polizia Penitenziaria è poi costantemente sotto organico in quanto man mano che ci sono i pensionamenti non vengono integrati nuovi agenti.
ECCELLENZA – Questa non è nient’altro che una delle tante storie del nostro Paese. Quella che fino a pochi anni fa rappresentava un’eccellenza sta decadendo e quindi perdendosi nei meandri di un sistema al collasso e che continua a rappresentare un vero e proprio fallimento sul piano della civiltà e della costante violazione delle norme su cui, peraltro, è fondata la richiesta di legittimazione dello Stato.
Froski
Persona detenuta presso la Casa Circondariale «Mario Gozzini» Firenze
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