Firenze Fiera: «La Regione paga, gli altri chiacchierano»
Caro direttore,
ho molto apprezzato il suo editoriale sulla vicenda di Firenze Fiera. L’ho apprezzato come consigliere regionale, veste istituzionale di cui non posso – né intendo – privarmi solo per il fatto di avere l’onore di presiedere l’assemblea legislativa regionale. Con buona pace di chi mi vorrebbe “pappagallo impagliato”, avendo invece tenuto ben altro atteggiamento nei confronti dei miei predecessori.
Rispetto a tanti altri scritti, lei ha avuto il pregio di segnalare un fatto: la Regione paga, e gli altri soci ‘chiacchierano’. Lei ha colto il senso della questione: la Regione, ancora oggi, è il socio maggioritario in una compagine societaria di una realtà che è ad uso e consumo di Firenze e della sua economia: turistica e commerciale. Questa grande verità pare sfuggire a molti, se non a tutti. E con essa la domanda se abbia ancora un senso che la Regione impegni (così tante) risorse ed energie, in un quadro difficile come quello attuale, per una infrastruttura al servizio di una città, anche se capoluogo regionale.
Sono quattordici anni che seguo, per dovere istituzionale, questa storia. Ho visto passare presidenti, amministratori delegati, vicende giudiziarie, contenziosi tributari ed urbanistici. Il mondo cambiava (internet con tutte le sue potenzialità! Ne ha parlato Brotini e giustamente), e noi ci inventavamo gli artifici (legittimi) contabili per proteggere il bilancio dell’ente, si discuteva del trasferimento della Fortezza, si credeva insomma che Firenze potesse essere il polo fieristico della Toscana, in competizione con le molte altre offerte del Paese, cullandosi nell’idea che il limite della localizzazione (il centro di Firenze, con la sua viabilità) fosse il suo punto di forza, grazie all’attrattività della città e della sua storia.
Oggi Firenze Fiera è un’infrastruttura che fa bene alla città, a quella delle strutture recettive, dei ristoranti, dei bar, dei locali, dei tassisti. Fa bene ad una fetta dell’economia toscana, non all’economia toscana.
Oggi vi è stato uno ‘showdown’ in grande stile, con un cda auto(?)azzeratosi. Mi pare l’occasione (l’ultima) per guardarsi in faccia e dire, latinamente: “cui prodest”?
In conclusione, se Firenze Fiera è un bene per la città, che sia la città a farsene pienamente carico. La Regione continuerà a fare la sua parte, come la fa per il centro marmo macchine di Carrara, come la fa per il centro fiere di Arezzo. Come dovrebbe farlo per quelle altre infrastrutture di servizio all’economia locale (ma quanto, poi, realmente?) che sono le terme ex Eagat, dove alla sovraesposizione economica non corrisponde mai (anche per nostra responsabilità) effettiva pari capacità di decisione.
Questo il mio pensiero. Di consigliere regionale. Allergico al ruolo di ‘pappagallo impagliato’
Grazie per l’ospitalità
Alberto Monaci
Presidente del Consiglio regionale della Toscana
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