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Piazza San Lorenzo a Firenze «liberata» dai banchi degli ambulanti

Firenze, San Lorenzo: Nardella aggredito stoppa gli ambulanti

Piazza San Lorenzo a Firenze «liberata» dai banchi degli ambulanti
Piazza San Lorenzo a Firenze «liberata» dai banchi degli ambulanti

FIRENZE – Spintoni, insulti, minacce: di fatto un’aggressione. Che finirà con molta probabilità con una denuncia alla magistratura. Alta tensione tra gli (ex) ambulanti di piazza San Lorenzo e il vice sindaco Dario Nardella, possibile futuro sindaco di Firenze. Che intanto blocca il preannunciato piano per venire incontro alle loro richieste.

ASSEMBLEA – Tutto comincia nel primo pomeriggio, dopo un’assemblea in piazza del Mercato Centrale, dove attualmente tra mille difficoltà di spazio sono stati spostati i commercianti «sfrattati» da San Lorenzo il 24 gennaio scorso. L’ennesima riunione, dopo tanti annunci di Palazzo Vecchio ed in particolare dello stesso Nardella a trovare una rapida soluzione che potesse accontentare tutti o quasi tutti. Tra queste una sistemazione almeno per alcune bancarelle sul lungarno Archibusieri, bocciata però dalla Sovrintendenza.

PALAZZO VECCHIO – Ad un certo punto un gruppo di una trentina di persone si dirige verso Palazzo Vecchio, un mini corteo spontaneo e corretto, monitorato a distanza dalla Polizia Municipale. Sono entrati in comune alla spicciolata dirigendosi poi verso l’ufficio di Nardella. Quando lo hanno incontrato nel corridoio, il vice sindaco non si è tirato indietro. Aveva promesso entro oggi una soluzione al problema: ma ancora fumata nera.

AGGRESSIONE – È lì che scoppiano le «scintille». Si parla di spintoni, di frasi come «Se ci rovini noi roviniamo te» e «Sappiamo dove stai». Una brutale aggressione secondo fonti dirette. Tra i testimoni oculari della rissa c’è Franco Generini, uno degli storici ambulanti di piazza San Lorenzo, che afferma: «Nessuna aggressione e nessun insulto. È chiaro che in una situazione del genere la tensione può salire. Abbiamo anche filmati che possono testimoniarlo. Dopo settimane di promesse siamo esasperati. In piazza del Mercato non vendiamo più niente. Con incassi di 30-40 euro al giorno nessuna ditta al mondo può resistere». In tutto sono un’ottantina di bancarelle che rischiano la chiusura. «Se un’azienda privata avesse licenziato 87 dipendenti, si sarebbero mobilitati tutti. Qui, per ora, solo parole».

DOMANI – La tensione si abbassa quando Nardella invita nel suo ufficio lo stesso Generini. Un colloquio meno teso ma franco. Il vice sindaco chiede e ottiene che gli ambulanti lascino subito Palazzo Vecchio. «Ci ha promesso una risposta per domattina (sabato 15 marzo ndr). Staremo a vedere».

ANNULLAMENTO – Poco dopo però Nardella incontra i giornalisti e frena subito. «Andiamo avanti con il sorriso, non c’è stato nessun timore. Ma abbiamo annullato la conferenza stampa di domani, dove avremmo dovuto presentare proprio il piano per gli ambulanti. Ho annullato tutto. Non si ottiene soddisfazione dei propri diritti con l’arroganza, la prepotenza, le minacce e le intimidazioni». «Noi dialoghiamo con tutti, ascoltiamo tutti ma non faremo un passo indietro di fronte a questi comportamenti nella maniera più assoluta. La polizia municipale, che è intervenuta, ha fatto un verbale su quello che è successo. Ognuno prenderà i propri provvedimenti».

SOLIDARIETÀ – A Nardella espressioni di solidiarietà arrivano da molte parti. Tra i primi la Fivag Felsa Cisl e l’Anva di Confesercenti, associazioni di categoria degli ambulanti, diramano un comunicato in cui si confermano «da sempre sostenitrici convinte nella tutela degli interessi delle aziende e dei lavoratori attraverso un leale e corretto confronto, talvolta aspro e duro ma che deve essere sempre rispettoso della dignità delle persone e non deve mai trascendere in episodi che in qualsiasi modo possano essere ricondotti a violenza e intimidazione». «Esprimono – prosegue la nota – la loro piena solidarietà al vice sindaco Dario Nardella per quanto risulta essere oggi accaduto, e la loro ferma condanna e presa di distanza da ogni forma di sopruso».

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Sandro Addario

Giornalista

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