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Primo giorno per gli allievi della Scuola Militare Douhet

Firenze: primo giorno alla Scuola Militare Douhet tra emozioni e sfide (FOTO)

Primo giorno per gli allievi della Scuola Militare Douhet
Primo giorno per gli allievi della Scuola Militare Douhet

FIRENZE – Mettersi sugli attenti a 15 anni per chiedere il permesso di fare una domanda. Ricevere e dare del «lei» (preceduto da un «comandi!») quando si è interpellati, anche da un diciottenne. Appuntarsi sulla camicia una stelletta di appartenenza alle Forze Armate, ad un’età di poco superiore all’adolescenza, quando la stragrande maggioranza dei coetanei è alle prese con la scelta del motorino o dell’ultimo modello di smartphone.

Non è un romanzo ma le intensissime ore passate oggi 4 settembre alla Scuola militare aeronautica «Giulio Douhet» di Firenze, dove un gruppo di 50 giovani (di cui 14 ragazze) ha varcato i cancelli di quella che sarà per tre anni la loro casa e il luogo di lavoro e studio. È lì che frequenteranno il liceo classico e gli ultimi tre anni dello scientifico. Per poi scegliere se tornare alla vita civile o partecipare ad uno dei concorsi per le Accademie militari delle forze armate.

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Sono arrivati da tutta Italia: la maggioranza da Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, ma ben rappresentati anche Piemonte, Veneto, Liguria e Marche. Dalla Toscana ci sono allievi dalle province di Prato, Siena, Pistoia, Lucca e Massa Carrara. 50 allievi su 1000 domande pervenute. Uno su venti ce l’ha fatta. Una élite.

Ore 7. L’emozione è già palpabile nell’aria davanti ai cancelli dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche delle Cascine a Firenze, un tempo più nota come Scuola di Guerra Aerea. Ci sono i primi arrivi. La commozione, più o meno visibile, colpisce i familiari. Gli allievi non hanno tempo né voglia di commuoversi. Lo sguardo è serio ma deciso, quello delle occasioni importanti.

Ore 8.30. Mentre gli allievi sono già alle prese con l’«accasermamento», i familiari (circa 120) vengono accolti dai vertici militari. Il primo saluto è quello del comandante dell’Isma, generale Gianfranco Camperi («i vostri figli verranno educati alla logica di lavorare e studiare insieme, solo così potranno essere responsabili e ottenere ottimi risultati») e dal comandante e direttore didattico della Douhet, colonnello Claudio Icardi, che presenta lo staff degli ufficiali che avranno cura degli allievi: tra questi il tenente colonnello Giovanni Weber, direttore dei corsi, e il capitano Simone Romanello, il comandante del 1°anno. Si chiamerà così fino alla primavera, poi il corso avrà un nome che gli allievi si porteranno per tutta la durata della Scuola e ben oltre. Sarà il loro segno distintivo. Ritrovandosi nella vita non solo diranno «tu hai fatto la Douhet», ma specificheranno «eravamo nello stesso corso». Con una sana competizione con gli altri corsi, che ormai sono già otto, dopo l’apertura della Scuola Militare avvenuta nell’anno scolastico 2006-2007.

Ore 9.30. Un fuoco serrato di domande e risposte tra il colonnello Icardi e i familiari che prendono continuamente appunti su quello che sarà la vita prossima ventura dei propri figli. Limitazioni all’uso di cellulari e internet, le (poche) possibilità di incontrarli, orari di studio e di lavoro: spicca la sveglia alle 6,30, ma in pochi sanno ancora che gli allievi avranno una decina di minuti per rimettere il letto a posto, lavarsi e vestirsi. L’autogestione è anche questo.

Ore 11. Mentre i familiari visitano la Douhet e il complesso dell’Aeronautica alle Cascine, per i ragazzi è il momento della vestizione. Primi passi di marcia, controllati a vista dagli «scelti» del 3° anno, gli istruttori diciottenni a cui va dato del «lei». Sono loro che li seguiranno per tutto l’anno, portando la loro esperienza ed imparando loro stessi la non facile arte di insegnare. Segue il passaggio nei magazzini vestiario: dalla maglietta, ai calzini, alla camicia azzurra con le spalline, ai pantaloni blu, al berretto a bustina. E finalmente alle mostrine del 1° anno (rosse per il classico, azzurre per lo scientifico) e alle stellette, con lo «scelto» che spiega in quale unica posizione va appuntata. Da questo momento sono militari a tutti gli effetti.

Ore 17. È l’ora del primo sfilamento degli allievi nel piazzale dell’Aeronautica. Molti sembrano già veterani. Il saluto sugli attenti al generale Camperi e quindi l’ultima corsa verso i familiari per l’abbraccio prima della loro partenza. Sono i figli a consolare i genitori. Della serie: «Non ti preoccupare, ora tocca a me». La loro sfida su sé stessi è appena cominciata.


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Sandro Addario

Giornalista

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