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Alluvione a Carrara: inchiesta della procura sull’argine rotto del fiume Carrione

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CARRARA – A poche ore dal disastro, la procura di Massa ha aperto un fascicolo sull’esondazione del fiume Carrione, che ha provocato l’alluvione a Carrara. Nei prossimi giorni i magistrati acquisiranno atti e documenti. Con ogni probabilità anche quelli relativi ai lavori di ricostruzione dell’argine, negli anni 2006 e 2007, e alle segnalazioni dei cittadini e degli abitanti della zona riguardo i cedimenti dell’argine. Per verificare di persona il dramma in cui si trova la città è arrivato oggi 5 novembre a Carrara il governatore toscano, Enrico Rossi: «Qualcuno dovrà verificare perché quell’argine non è stato in piedi e poi dare spiegazioni: questo disastro poteva essere evitato», ha detto Rossi.

SFOLLATI – La bomba d’acqua di stanotte e l’alluvione che ne è seguita hanno provocato ingenti danni sia a Carrara che a Marina di Carrara, sul lungomare, e nella zona di Avenza. Circa 450 le persone sfollate, 50 delle quali sono accolte nei padiglioni di Carrara Fiere. Centinaia quelle costrette a stare in casa perché le strade sono allagate. Si calcolano in circa 1600 le case danneggiate. Le utenze rimaste senza energia elettrica – fra abitazioni e ditte – sono 5 mila. Fra le 5 e le 6 del mattino il fiume Carrione ha rotto l’argine per circa 200 metri vicino a Viale XX Settembre, tra Carrara e Marina di Carrara. Un argine che era stato ricostruito a seguito di alluvioni precedenti nel corso degli ultimi dieci anni. E che non si capisce come abbia potuto spezzarsi un’altra volta. Una volta rotto l’argine, la zona industriale di Carrara è stata invasa dall’acqua e dal fango. È rimasta allagata un’area dove vivono non meno di 5 mila persone. Marina di Carrara, zona est, risulta completamente invasa dal fango proveniente dall’alveo del fiume con segherie e impianti di trasformazione del marmo nel bel mezzo dell’esondazione.

ARGINE – L’argine del Carrione che è crollato era stato oggetto di lavori pagati dalla Regione dopo l’alluvione del 2003 ed era stato ricostruito nel 2006-2007. «Quei lavori – ha aggiunto Rossi – non li ha fatti la Regione, che li ha pagati 4 milioni di euro, ma la Provincia. Noi ricostruiremo subito l’argine, poi faremo gli accertamenti sulle responsabilità per capire chi e dove si è sbagliato». «In questi ultimi anni più volte sono stato chiamato a fare i conti con allagamenti, frane e alluvioni – ha aggiunto Rossi -, ho imparato che i presidenti di Regione, che vengono nominati commissari, hanno bisogno di qualche potere in più, come quelli affidati ai commissari di governo, per la realizzazione di opere idrauliche e idrogeologiche. Mi auguro che questa richiesta che ho rivolto al Governo possa trovare una risposta all’interno della prossima legge di stabilità».

PIOVE ANCORA – Per il sindaco di Carrara, Angelo Andrea Zubbani, intervenuto a Radio 24, «quel tratto di fiume era un tratto che era stato messo tra virgolette in sicurezza dopo l’alluvione del 2003. C’è da capire cosa è successo perché lavori fatti così di recente hanno dato gli esiti di questa mattina così drammatici». Complessivaente, nel pomeriggio, a Carrara «La situazione è ancora molto critica – ha detto il sindaco -. Tra l’altro ha ripreso a piovere in maniera abbondante, le previsioni volgono al peggio e abbiamo ancora una situazione di emergenza per quanto riguarda il soccorso alle persone. Abbiamo ancora decine, se non centinaia di persone, costrette nei loro appartamenti e non possono uscire per gli allagamenti nelle strade».

2 ALLUVIONI IN 20 GIORNI – Come già per la bomba d’acqua in Maremma dello scorso 14 ottobre, che provocò l’esondazione del fiume Albegna dopo che il corso d’acqua aveva rotto gli argini, il triste copione si ripete anche sul fronte dell’assegnazione delle responsabilità. In quel momento il governatore Rossi accusò il Consorzio di Bonifica della Toscana del Sud di non aver approntato i lavori necessari per fortificare gli argini, come stabilito all’indomani della precedente violenta ondata di maltempo del 2012; così oggi il governatore scaglia i suoi strali sulla Provincia di Massa Carrara. Rossi, dopo l’alluvione del 14 ottobre, che causò la morte delle due sorelle Marisa e Graziella Carletti, aveva chiesto che i presidenti di Regione abbiano «i poteri che sono in testa ai commissari di governo per dare un impulso straordinario alla messa in sicurezza del territorio». Al centro del problema quello che ormai sembra essere un fronte drammatico del rischio idrogeologico permanente in Toscana: gli argini dei corsi d’acqua minori, eppure molto importanti, che si spezzano a ogni ondata alluvionale.

DECINE I SOCCORRITORI – Sul fronte dei soccorsi, intanto, a Carrara sono al lavoro nella zona una sessantina di unità dei vigili del fuoco provenienti da tutta la Toscana. Circa una quindicina le unità specializzate in soccorso acquatico. Presenti in forze anche la protezione civile e il Corpo Forestale, in azione con 30 unità di personale, 12 automezzi e un elicottero che hanno tratto in salvo 6 persone in una zona isolata.


Domenico Coviello

Giornalista

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