Firenze, una telecamera ricostruisce la sparatoria nel cantiere al Poderaccio
FIRENZE – Una telecamera di sorveglianza ha ripreso la scena della sparatoria di ieri sera 24 novembre nei pressi del Poderaccio, nel quartiere dell’Isolotto. È il luogo dove è rimasto gravemente ferito Simone Gherdovich, allevatore di cani ed ex calciante, preso alla schiena da due colpi di pistola sparati da Fabio Ermiraldo, imprenditore di 45 anni, con il quale era venuto alle mani.
L’uomo sta lottando per sopravvivere in una stanza del reparto di rianimazione dell’ospedale di Careggi, dove le sue condizioni sono definite stabili. Ieri notte è stato operato d’urgenza. La prognosi è riservatissima.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dopo aver visionato il filmato e ascoltato testimoni, il feritore potrebbe aver agito d’impulso, per reazione dopo essere stato picchiato. Sembra infatti che ieri sera verso le 18 l’allevatore (ed ex calciante dei Rossi di Santa Maria Novella nel Calcio Storico Fiorentino) sia entrato nel cantiere edile di proprietà di Ermiraldo, situato a poca distanza dal suo allevamento di cani. È nata un’accesa discussione tra i due, durante la quale il Gherdovich avrebbe colpito l’altro con numerosi pugni al volto. Poi si è girato e si è diretto lentamente verso l’uscita.
A questo punto l’imprenditore è entrato in un container adibito a ufficio e ne è uscito con l’arma, una Taurus semiautomatica calibro 45, esplodendo due colpi. Alla scena hanno assistito un amico dell’ex calciante, che lo aveva accompagnato ma non ha partecipato all’aggressione, e un ex dipendente della ditta.
I motivi all’origine dei dissapori tra i due, spiegano i carabinieri, sono numerosi e riconducibili a liti di vicinato. Alcune ore prima inoltre, secondo quanto ricostruito, l’amico dell’allevatore era stato accusato dall’imprenditore di aver manomesso alcune telecamere di videosorveglianza della ditta. Nei mesi scorsi un cane di razza beagle dell’allevamento del Gherdovich era stato ucciso dai cani da guardia dell’azienda.
L’imprenditore dopo l’accaduto è scappato in auto portando con sé la pistola. Raggiunto però telefonicamente dai carabinieri che lo stavano individuando, è stato convinto a costituirsi. Si è diretto con la sua macchina alla rotonda dell’Indicatore, tra Campi Bisenzio e Signa, dove si è lasciato ammanettare.
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