Insegnanti precari: la Corte Europea impone all’Italia di stabilizzarne 250.000
BRUXELLES – Dopo una battaglia legale durata cinque anni i precari hanno avuto ragione. La Corte di Giustizia Europea ha stabilito la stabilizzazione del personale precario della scuola in Italia, che abbia svolto almeno 36 mesi di servizio. Secondo la Corte l’Italia per oltre dieci anni ha violato la Direttiva CE del 1999 imponendo il rinnovo di contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti d’insegnamento, in assenza di ragioni oggettive. La sentenza riguarda i precari della scuola ma potrebbe essere applicata a tutti i precari della pubblica amministrazione. Solo nella scuola riguarda 250mila persone che possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per 2 miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante.
GILDA – La Gilda degli insegnanti annuncia che invierà subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, avvierà in tutt’Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari per regolarizzare la situazione. Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell’Istruzione verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo. In seconda istanza, entro il mese di dicembre saranno intraprese iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico.
Si annuncia dunque un ulteriore salasso per le casse pubbliche, soprattutto se la via delle diffide e dei ricorsi sarà seguita da tutti i precari della pubblica amministrazione, e non solo dagli insegnanti. Il Governo dovrà reperire fondi e frenare la spesa pubblica in altri settori, soprattutto in quello degli sprechi della politica, in particolare delle Regioni, alle quali ancora non si è posto alcun freno.