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Forestale: il capo del Corpo ringrazia i carabinieri. Ma i sindacati protestano ancora

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ROMA – Dopo l’accorpamento con i Carabinieri Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato, ha ringraziato a nome dell’intero Cfs “il governo e il ministro Maurizio Martina che, aderendo ad uno spirito riformatore, sta seguendo le varie fasi della riorganizzazione con grande impegno e attenzione. Sono certo che nel nuovo Comando per la Tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei carabinieri, tutti i Forestali potranno affermarsi grazie alle competenze e alle professionalità acquisite nel Corpo a tutela del patrimonio agroambientale italiano”. Da Patrone infine un ringraziamento anche all’Arma “per aver sostenuto e sviluppato il progetto con l’impegno e la professionalità che la contraddistingue”.

SINDACATI – Scoppia subito la polemica sindacale. “Siamo stati inondati di mail di protesta da parte del personale perché nessun forestale intende ringraziare il ministro Martina per aver avallato la soppressione del Corpo forestale dello Stato; è del tutto evidente, quindi, che il Capo del Corpo Patrone lo fa esclusivamente a titolo personale ed eventualmente a nome di tutti i suoi lacché”, si legge in una nota a firma dei segretari generali SAPAF, UGL CFS, SNF, CGIL: Marco Moroni, Danilo Scipio, Andrea Laganà e Francesca Fabrizi. “Nessun forestale – aggiungono i sindacalisti – riconosce ormai più la leadership di Cesare Patrone. Egli può definirsi capo del corpo esclusivamente in virtù di un provvedimento che lo ha nominato ben 12 anni fa e quindi si può rivolgere alle istituzioni solo a titolo personale”.

POLIZIA – Contesta la riforma anche il sindacato Silp – Cgil della Polizia di Stato. “Il passaggio del Corpo forestale all’interno dell’Arma dei carabinieri è ciò che di più inappropriato ci si poteva aspettare per il nostro Paese”. Lo sostiene il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil, Daniele Tissone. Per Tissone, “al di là dei proclami tesi a rivendicare una diminuzione delle forze di polizia, l’ipotesi varata dal governo non solo non costituirà un nuovo modello di moderna forza di polizia ambientale ma è in oggettiva antitesi con quanto accade nel resto d’Europa, un percorso che va nel senso opposto rispetto alle esigenze di garantire funzionalità ed efficienza ad un modello di polizia ambientale che riveste, nel nostro Paese, un’importanza oggettivamente strategica”. “Anche la perdita dei diritti sindacali del Corpo forestale – prosegue il segretario del Silp – associata alle funzioni in mare che verranno assegnate alla sola Guardia di finanza, lasciano intravedere un percorso di militarizzazione della sicurezza, in controtendenza con lo spirito riformatore della legge di smilitarizzazione della Polizia di Stato che aveva, quale fulcro, la partecipazione attiva con i cittadini e il godimento, per i suoi appartenenti, dei diritti sindacali”.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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