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Tennis: è morta Lea Pericoli, campionessa e grande signora. Il ricordo di Panatta, Pietrangeli, Bertolucci

Lea Pericoli 2
Lea Pericoli (foto dai social della Federazione Italiana Tennis e Padel)

ROMA – Era la signora del tennis italiano, Lea Pericoli, morta oggi, 4 ottobre 2024, a 89 anni. Elegantissima in campo e fuori: fu una delle prime a sfoggiare il gonnellino, copiato poi in tutto il mondo.

Lea Pericoli
Lea Pericoli (foto dai social della Federazione Italiana Tennis e Padel)

Numero 1 d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976, record assoluto, e per altre quattro volte numero 2 (1960, 1961, 1962 e 1973). Ha giocato 29 incontri in nazionale, con un record di otto vittorie in singolare e sei in doppio. Agli Internazionali d’Italia e’ stata semifinalista nel 1967, ha raggiunto 4 volte i quarti di finale (1959, 1962, 1969 e 1971) e 8 volte gli ottavi (1953, 1955, 1960, 1963, 1964, 1965, 1970 e 1972).

Ha giocato cinque finali in doppio a fianco di Silvana Lazzarino (dal 1962 al 1965 e nel 1967). Con lei, ha tenuto a battesimo la formazione azzurra a Londra nel 1963. Nei tornei del Grand Slam, ha raggiunto quattro volte gli ottavi al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971) e tre volte sull’erba di Wimbledon (1965, 1967 e 1970).

Ha saputo anche raccontare la sua passione e il mondo del suo sport in modo sfaccettato tra televisione radio e carta stampata. E’ una delle modelle predilette dello stilista britannico Ted Tinling per una campagna di abbigliamento direttamente in campo durante le gare.

Nel suo esordio da giornalista è diretta da Indro Montanelli per Il Giornale ed è commentatrice televisiva di tennis per oltre trent’anni. Diventa conduttrice in Rai e presta il suo volto come attrice per una miniserie negli anni ’70, vince infine un Telegatto per il programma radiofonico che conduceva con Gianni Rivera e Nicola Pietranageli.

La sua vita è stata un’avventura, iniziata ad Addis Abeba, dove il padre trasferisce la famiglia in seguito alla Guerra d’Etiopia. E’ lui a darle la prima racchetta. E’ iniziato un lungo amore con il tennis continuato in Kenya, dove viene mandata a studiare, e poi in giro per il mondo.

A 17 anni, mentre e’ in vacanza in Versilia dove insegnava il padre di Paolo Bertolucci, capisce che quel suo amore puo’ diventare qualcosa di piu’ e sceglie il tennis come carriera. “Chi cerca diventare un campione combatte una guerra continua: e’ uno sport molto educativo che mi ha insegnato molto” ha detto. Con lo stesso spirito ha sfidato i pregiudizi, affrontato e sconfitto due tumori: un carcinoma all’utero nel 1973 e un cancro al seno nel 2012. Il Presidente Angelo Binaghi e tutto il movimento del tennis italiano si stringono con affetto alla sua famiglia in questo momento di grande dolore.

PIETRANGELI – “Sono stato il primo a saperlo. La sorella mi ha chiamato tre minuti dopo. Per me è morta una sorella, una compagna di vita, lei era una cosa bella”. Così Nicola Pietrangeli, nel ricordare Lea Pericoli.

“Uno deve morire per essere un po’ riconosciuto. Di lei ricordo, più che la tennista la sua classe. Era una grande signora, si dovrebbe ricordare come una signora d’altri tempi. Cosa vorrei dirle? Arrivederci, aspettami e prenota il tavolo”.

PANATTA – “Un grande esempio di eleganza. Era una grande signora fuori dal campo e dentro al campo, personaggi così sono rari da trovare”. Così Adriano Panatta ricordando Lea Pericoli, la grande tennista scomparsa oggi a 89 anni.

BERTOLUCCI – “Ciao Lea. Non ero più alto della racchetta quando ti ho conosciuto e a tratti abbiamo camminato insieme sui campi di tennis. Saluta il tuo maestro Gino!”. Con queste parole Paolo Bertolucci in un post su X ha ricordato Lea Pericoli. Anche un suo mito.


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Paulo Soares

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