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L'allevamento abusivo scoperto nell'empolese

Scoperti allevamenti abusivi di cani

L'allevamento abusivo scoperto nell'empolese
L’allevamento abusivo scoperto nell’empolese

FIRENZE – Comprare un cucciolo a prezzo d’occasione può essere molto rischioso. Sono stati denunciati e indagati dalla Procura della Repubblica di Firenze due individui di Capraia e Limite (Firenze) per allevamento abusivo di animali e maltrattamento. Il personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del

Corpo Forestale dello Stato ha così messo in salvo 19 cani di razza pinscher, tenuti in recinzioni del tutto inadeguate. Ora sono stati affidati al canile comunale di Empoli, alle cure dei volontari dell’Arca e presto potranno anche essere dati in affidamento a chi ne farà domanda allo stesso Corpo Forestale.

Tutto è nato da una denuncia di un privato che aveva acquistato due cuccioli, uno dopo l’altro, entrambi morti poco dopo per un virus molto diffuso nell’Est Europa. Gli investigatori, risaliti ai venditori degli animali, hanno effettuato perquisizioni tra Capraia e Montelupo. Nelle abitazioni degli indagati sono stati rinvenuti vari documenti di cani, anche provenienti dall’estero (soprattutto Ungheria) oltre ad una serie di contatti che i soggetti tenevano per vendere i cani sia direttamente, a bordo della strada, che attraverso Internet.

La fine di un incubo per il piccolo cucciolo
La fine di un incubo per il piccolo cucciolo

Inoltre sono state rinvenuti anche libretti di vaccinazione compilati in bianco, pronti per essere attribuiti ad un cane perché sembrasse in buono stato di salute e di regola con le vaccinazioni. Ma non era così.

Circa le due persone indagate viene mantenuto il massimo riserbo. Si sa solo che si tratta di due uomini, incensurati, dipendenti della pubblica amministrazione. Vendevano un cucciolo ad un prezzo di circa 400 euro contro un valore di almeno 1200 euro, se acquistato negli allevamenti in regola con la legge. Si indaga per conoscere l’effettiva provenienza di tutti gli animali, alcuni dei quali potrebbero essere stati anche rubati.


Sandro Addario

Giornalista

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