Confcommercio pronta a ricorrere contro l’Imu
FIRENZE-Tiene banco, da settimane, la discussione sull’abolizione dell’Imu reintrodotta dal Governo Monti. Ma in Toscana si pensa già a far ricorso contro l’Imposta municipale unica che, da mesi, fa tribolare famiglie e aziende. La proposta arriva da Confcommercio Toscana, che sta valutando di seguire l’esempio di Padova “perché l’Imu – rimarca il presidente Stefano Bottai – rappresenta un peso insostenibile per molte delle nostre imprese, dato che oltre ad essere eccessiva non è neanche deducibile”.
Occhi puntati, quindi, su quanto sta accadendo nella città veneta, dove un ricorso “pilota” – per chiedere il rimborso del pagamento di un’Imu pari a 63.285 euro – sarà intentato da Ascom Servizi, la società di servizi dell’Ascom Confcommercio Padova. Questa sottolinea, infatti, come l’aumento della tassa dovuta per i propri immobili rispetto alla vecchia Ici sia stato del 134,19%. Nel ricorso si sostiene inoltre che l’imposta è illegittima perché grava sul bilancio aziendale (e come tale deve poter essere dedotta rappresentando una vera patrimoniale): Ascom Servizi ne chiederà pertanto la restituzione all’erario.
“A nostro modo di vedere è ingiustificato ed irragionevole – spiega Bottai – pretendere una maggiore imposta e allo stesso tempo inserire l’Imu tra i costi indeducibili pur concorrendo alla determinazione del risultato economico dell’esercizio. La misura di quanto questa imposta sia sbagliata – conclude il presidente di Confcommercio Toscana – ce la dà anche il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes, da cui traspare una netta bocciatura dell’Imu, indice, secondo la maggioranza degli italiani, di una maggiore iniquità sociale: il 75,4% la ritiene ingiusta nell’attuale contesto economico”.
Solo qualche giorno fa, Bottai era tornato a puntare il dito contro la Tares, la nuova tassa sui rifiuti. “Perché i politici – aveva affermato – si sono dimenticati della Tares che rischia, per il metodo di calcolo applicato, di trasformarsi in una vera e propria mazzata per le imprese oltre che per i privati? Solo in estate, cioè quando probabilmente ci troveremo a pagare, ci renderemo conto di come questa tassa sia di fatto insostenibile. Oltre alla rivalutazione legata all’inflazione, alle addizionali regionali e provinciali, c’è poi l’aggiunta di una quota fissa tra i 30 e i 40 centesimi a metro quadro a rincarare la dose. Quota che dovrà essere decisa dai Comuni, i quali sicuramente per equilibrare i mancati trasferimenti statali applicheranno in gran parte la tariffa massima. E per le imprese sarà il tracollo”.