Trepidazione tra le suore di Rosano
“Non chiedeteci niente per favore. Noi preghiamo e basta”. Abbazia delle Suore benedettine di Rosano. La voce della Madre Badessa Stefania è ferma ma emozionata al tempo stesso. Quasi trepidante. Da poche ore ha appreso che papa Benedetto XVI lascerà il soglio di Pietro il prossimo 28 febbraio: il primo pontefice dimissionario dell’era moderna, dopo Gregorio XII nel 1415.
Non è un convento come tanti altri, quello delle suore di clausura di Rosano. È stato per tanti anni il luogo dove l’allora cardinale Joseph Ratzinger passava frequenti periodi di ritiro e di preghiera, prima di essere eletto papa il 19 aprile 2005. Il luogo preferito dal cardinale tedesco che, in mezzo agli ulivi e al silenzio della campagna toscana, portava avanti i suoi studi teologici. Poi da quel momento non ha più trovato il tempo di tornare nel suo “eremo” , peraltro costantemente frequentato da alti prelati vaticani, tra cui molto assiduo il cardinal Tarcisio Bertone.
Facile intuire, anche se non confermata, la grande emozione tra le suore di clausura alla storica notizia stamattina poco prima di mezzogiorno. Il pensiero corre ai periodi passati in sua presenza, alle parole di che Ratzinger ha sempre rivolto loro di incoraggiamento e di apprezzamento per la loro attività. Sono queste le suore che ricamano a mano i preziosi paramenti per molti cardinali e papi: da Paolo VI a Giovanni Paolo II allo stesso Benedetto XVI, da lui indossati durante la cerimonia di inizio del suo pontificato. Sono poi le stesse suore benedettine di Rosano ad essersi prese cura del papa, nelle stanze vaticane, per accudire a tutte le incombenze domestiche. Un lavoro indispensabile, prezioso e silenzioso.
La domanda che corre adesso è una sola. Dove andrà a stare Benedetto XVI anzi il cardinale Ratzinger? Ufficialmente la sala stampa vaticana riferisce che in un primo tempo alloggerà a Castelgandolfo. Quindi, probabilmente dopo l’elezione del suo successore, “in una struttura delle suore di clausura sul colle Vaticano” ha detto oggi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede.
Nessuno lo dice, ma una foresteria nell’Abbazia di Rosano c’è sempre. Pronta ed efficiente. Difficile però che possa accogliere il pontefice, specie in modo permanente. Ci può essere anche un’altra alternativa. Recentemente è stato restaurato un piccolo monastero nel borgo di San Cristoforo, tra Rignano e San Donato, sempre di pertinenza dell’Abbazia di Rosano. Ci vivono due monaci benedettini. Con la segreta speranza di poter un giorno accoglierne un terzo, magari per brevi periodi.