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Natale 2025

Obiettivo sicurezza

Le condizioni della sicurezza pubblica in Toscana vanno sempre più degradandosi. Lo confermano alcuni dati sulla criminalità di recente diffusi dall’Istat, il quadro descritto dal Procuratore Generale (ff) della Corte d’Appello di Firenze all’apertura dell’anno giudiziario, nonché purtroppo ripetuti e gravi fatti di cronaca. In particolare sono in crescita i furti in appartamento, che sempre più spesso si trasformano in rapine con atti di violenza, in taluni casi efferata, nei confronti delle vittime.

La cronaca recente, solo per accennare ai casi più gravi, ricorda: l’uccisione del parroco di Tizzana, nella campagna pistoiese (28 dicembre); la morte nel Senese di un’anziana nobildonna qualche giorno dopo essere stata rapinata e rinchiusa in un ripostiglio (30 novembre); il decesso per infarto in Lucchesia di un pensionato al rientro nella abitazione trovata svaligiata (15 dicembre); la rapina e le lesioni a Pieve a Nievole (Pt) nei confronti di due anziani di ritorno a casa con l’incasso del bar gestito dai figli; l’accoltellamento nel corso di una rapina in villa a Quarrata (Pt), perpetrata da autori albanesi (24 gennaio), di un giovane che, se sopravviverà, rischia di rimanere del tutto paralizzato.

Sono episodi che suscitano allarme ed apprensione e che mutano lo stile di vita della gente. Conseguono però l’onore della cronaca solo per qualche giorno e, soprattutto, incontrano la latitanza, quando non il fastidio, di chi dovrebbe invece assumere più incisive misure legislative ed amministrative.

Mentre si rilasciano seriose e roboanti dichiarazioni d’impegno, i problemi vengono lasciati alla mera gestione delle forze di polizia e della magistratura che in generale li affrontano con determinazione e competenza. Ma anche, cosa più preoccupante, mediante strumenti normativi chiaramente insufficienti e inadatti. Del resto le frettolose analisi che si sono lette dopo la diffusione dei dati anzidetti lasciano poche speranze, essendo la considerazione a livello politico più ricorrente quella secondo cui la recrudescenza dei reati predatori sarebbe da ascrivere alla crisi economica.

Ma è possibile credere seriamente che taluni irrompano nei domicili o, peggio, bastonino i vecchi perché non hanno altra fonte di sostentamento? Anche sotto tale profilo le valutazioni più credibili arrivano, sulla base dell’esperienza, dalla magistratura e dalla polizia. Recente la dichiarazione del Questore di Firenze: “La norma penale è efficace se esercita un’azione di deterrenza. Queste bande provenienti dall’Est vengono da noi con la convinzione di guadagnare molto rischiando poco…Non c’è polemica nelle mie parole, ma è chiaro che ciascun potere, legislativo, esecutivo e giudiziario debba fare la sua parte.”

Ancor più esplicito il segretario regionale toscano dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, che correla l’impennata dei crimini in argomento con l’abrogazione di adempimenti sugli ingressi, evidenziando l’inderogabilità di più efficaci provvedimenti. Si vorranno insomma rendere disponibili le risorse umane e materiali per un’effettiva prevenzione? Si vorranno adottare norme di rapida ed efficace applicazione? Occorre assumere misure che, pur tenendo conto delle conquiste della nostra civiltà giuridica, permettano una lotta concreta a questa vera e propria emergenza.

Chi detiene le più alte responsabilità istituzionali non dimentichi che l’uomo pagò per la prima volta il tributo al potere per essere difeso e protetto. Non dimentichi che se il cittadino è insicuro, tale è anche lo Stato perché di quel cittadino ha perso la fiducia. Senza la sicurezza non può esserci coesione ed ogni forma di aggregazione sociale è destinata a decadere.

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