Viola, ecco come cambia il centrocampo con “Momo”
FIRENZE – Eccolo, Momo Sissoko. Il filiforme centrocampista di colore si è materializzato ieri a Firenze. Ha sostenuto le visite mediche a Careggi, ha firmato il contratto e, soprattutto, si è allenato con i suoi nuovi compagni. Sia al mattino che al pomeriggio. Segno evidente che l’ex juventino è in buone condizioni. Magari un po’ stanco per gli impegni con il Mali in coppa d’Africa, terminata – con il terzo posto finale della sua Nazionale – nello scorso week end, ma abile arruolabile.
Facile scommettere che nella presentazione alla stampa e ai tifosi in programma domani alle 13,15, “Momo” lanci la sua candidatura già per la partita di domenica sera contro l’Inter. E, alla ricerca com’è di linfa nuova per una squadra ultimamente un po’ in debito di ossigeno e di fosforo, Montella potrebbe effettivamente decidere di farlo esordire da subito. Nel centrocampo a tre che utilizza l’allenatore partenopeo, Sissoko può giocare in entrambe le posizioni che stanno ai lati del centrale. Più difficile ipotizzare un suo impiego come regista: in quel ruolo Pizarro resta insostituibile. Il maliano può però dare un po’ di respiro a Borja Valero – ultimamente un po’ appannato – o giocare al posto di Aquilani. Magari non ha l’eleganza o la capacità di inserirsi dell’azzurro, però è sicuramente più incontrista.
Chi lo ricorda con la maglia della Juve ha poi in testa un giocatore bravo dal punto di vista tattico che percorreva una quantità di chilometri industriale in orizzonatale, alla ricerca appunto di palloni da recuperare. Intercettato a Careggi, ieri ha dichiarato di aver scelto la Fiorentina per il progetto: gli ultimi risultati della squadra lo hanno un po’ ridimensionato ma il suo apporto può diventare molto importante. Anche perché ora, come qualità, il reparto mediano viola è secondo forse solo a quello della Juventus tra le squadre italiane.
A patto però che Montella – tornato a fare solo l’allenatore dopo la breve parentesi sul palco dell’Ariston di Sanremo che, parole sue, lo ha comunque emozionato – ritrovi la quadratura del cerchio, smarrita nell’inizio del 2013 in cui la squadra ha iniziato a prendere gol come un colabrodo ed anche a smarrire la capacità di mettere alle corde l’avversario grazie a quel palleggio che era il marchio di fabbrica viola nel girone d’andata.