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A Prato le forze dell'ordine studiano il cinese (autore: Beijing Photography Group)

Le forze dell’ordine a Prato vanno a scuola di cinese

A Prato le forze dell'ordine studiano il cinese (autore: Beijing Photography Group)
A Prato le forze dell’ordine studiano il cinese (autore: Beijing Photography Group)

PRATO – C’è chi lo fa per passione, chi per curiosità, chi per mettersi in gioco. Loro, senza dubbio, “tornano sui banchi di scuola” per esigenze professionali. Stiamo parlando dei nuovi alunni che – dal 14 gennaio scorso – partecipano al corso di lingua cinese organizzato dal Comune di Prato: esponenti delle forze dell’ordine e sindacalisti che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e provare a prendere confidenza con una lingua complessa ma importante per superare le problematiche quotidiane dovute all’incapacità di comunicare coi cittadini cinesi. Una necessità – quella di conoscere, quantomeno, le basi del mandarino – che a Prato non può più essere ignorata e che ha spinto anche queste categorie a rivolgersi all’amministrazione.

“Il corso è stato messo a punto perché il Comune ha ricevuto diverse richieste e sollecitazioni in questo senso – spiega Sara Iacopini, dipendente della Cooperativa Pane & Rose, una delle due realtà cooperative impegnate nella pianificazione dei corsi durante tutto l’anno – Si tratta di lezioni assolutamente gratuite che l’amministrazione ha ritenuto di attivare servendosi del sostegno di un insegnante. Questa figura dipende dalla Cooperativa Alice, anch’essa coinvolta nell’organizzazione tradizionale dei corsi di lingua”. Il progetto, iniziato appunto attorno alla metà di gennaio, si svolge ogni lunedì dalle 18 alle 20 per un totale di 34 ore. “Finirà il 13 maggio prossimo – prosegue ancora Iacopini – e si tiene al Laboratorio del Tempo, che si è trasferito da via Filicaia in via Roma 101, sede anche del Servizio Immigrazione e Cittadinanza del Comune di Prato”.

Per ora, il corso conta 20 iscritti, numero massimo per l’attivazione delle lezioni: si tratta di 4 dipendenti della Prefettura, 2 della Polizia Municipale, 1 sindacalista, 2 dipendenti della Camera del Lavoro, 6 Vigili del Fuoco, 2 Carabinieri, 2 lavoratori del Patronato e 1 della Questura di Prato. L’intenzione, in questa prima fase, è quella di trasmettere le regole base della lingua e le formule utili nella vita di tutti i giorni e nel rapporto costante coi cittadini cinesi. “Purtroppo 34 ore non sono moltissime – rimarca Iacopini – ma possono essere già sufficienti a fornire un bagaglio di termini utilizzabile durante i turni di lavoro. L’adesione, per il momento, è ampia: basti pensare che abbiamo già 30 persone in attesa e che queste prime venti iscrizioni sono state raccolte in soli due o tre giorni, a dicembre”.

Questo corso “speciale”, potrebbe quindi essere riproposto a breve e, qualora i risultati fossero incoraggianti, diventare nel tempo uno strumento fisso di apprendimento del mandarino. Intanto, mentre le cooperative che gestiscono il servizio monitorano l’andamento del progetto, proseguono (organizzate sempre dal Comune) le lezioni serali di studio del cinese rivolte a tutti i cittadini. Le richieste di iscrizione aumentano di mese in mese e provengono, viene spiegato, anche da alcuni stranieri residenti a Prato. Ma non solo. “Si rivolgono a noi anche molti professionisti, che hanno voglia o bisogno di sapere il mandarino”, sottolineano infine le cooperative. I numeri, del resto, non mentono: da ottobre 2011 a ottobre 2012 gli iscritti ai corsi di lingua cinese di questo tipo sono stati ben 110.


Giulia Ghizzani

Giornalista

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