Machiavelli, Firenze ricorda i 500 anni del Principe “malvivente”
FIRENZE – Non c’è da stupirsi se camminando il 19 febbraio fra Ponte Vecchio, Santa Felicita, Arengario, Duomo, Bargello, Palagio di parte Guelfa, dovesse capitare di incontrare un araldo a cavallo, che proclama la condanna al confino per un anno, del politico Niccolò Machiavelli perché coinvolto in una congiura antimedicea.
Quando gli spagnoli, nel 1512, restaurarono in Toscana la Signoria medicea e il cardinale Giovanni de’ Medici assunse i pieni poteri in Firenze, Machiavelli fu immediatamente allontanato dai pubblici uffici e, tratto in arresto per alcuni giorni, fu anche sottoposto ad una forma di tortura chiamata “colla”, nonostante avesse sottoscritto l’atto di sottomissione.
Seguì l’esilio, che Machiavelli trascorse nel suo podere L’Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina nel comune di San Casciano. Dove non se la passava poi tanto male, visto trascorreva le giornate andando a caccia, giocando a tric-trac con l’oste, il mugnaio, il beccaio, o standosene sulla porta dell’osteria a scambiare impressioni e notizie coi passanti.
Mentre la sera si ritirava nello studio a leggere e studiare la storia antica e gli scrittori famosi “e allora, scriveva, non sento per quattro ore di tempo alcuna noia, dimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte; tutto mi trasferisco in loro”.
Così, dalla riflessione su ciò che gli rivelano le semplici frequentazioni quotidiane e le letture colte, nascono e si sviluppano fra il 1512 e il 1520 le grandi opere di Niccolò: Il Principe, i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio.
Nella ricorrenza del quinto centenario della stesura de “Il Principe”, Firenze ha deciso di celebrare l’opera nella quale Machiavelli teorizza il principato “come forma di governo che si presenta come unico rimedio possibile”, come scrive G. Petronio, ne L’attività letteraria in Italia, Palumbo editore Firenze 1992 “nei momenti cruciali, quando, mancate le virtù civiche che sole possono tenere in vita una repubblica, non resta che l’appello all’eroe d’eccezione. Ma in un caso e nell’altro egli poneva così le fondamenta di quello Stato fuori dal quale non è che il caos sociale e mortale, una condizione di illegalità e di disordine in cui, fu detto più tardi, l’uomo è lupo all’altro uomo”.
Quindi, Firenze si appresta a festeggiare la ricorrenza con una serie di eventi. Si comincia il 9 aprile con le letture de ”Il Principe” a cura studenti ed insegnanti presso la Biblioteca Medicea Laurenziana e si prosegue con le iniziative di Cesifin – Cassa di Risparmio presso la Facoltà di Scienze politiche.
Il 7 e l’8 maggio è in programma un convegno presso l’Istituto Universitario Europeo di San Domenico di Fiesole, mentre nei mesi di novembre e dicembre si terranno spettacoli teatrali ci saranno spettacoli teatrali alla Pergola e mostre alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti.
Il 10 dicembre sarà inaugurata presso la Biblioteca Nazionale Centrale un’esposizione allo scopo di illustrare tutti gli aspetti dell’opera dell’autore de ”Il Principe”, scrittore e politico, ma anche storico e filosofo, presentando lettere, documenti, testi rari e opere d’arte raffiguranti Machiavelli e altri protagonisti del suo tempo. In Maggio è previsto anche un convegno di studi a San Casciano Val di Pesa.
Le iniziative, che sono nate e si sono sviluppate grazie alla collaborazione tra gli Istituti presenti sul territorio fiorentino e il Ministero dei Beni Culturali non si esauriscono qui, visto che il calendario degli eventi è comunque un work in progress. Aggiornamenti e modifiche si possono seguire sull’homepage del sito del Comune di Firenze.