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Più telecamere per la sicurezza a Firenze

Attualmente sono oltre un centinaio le telecamere installate nel centro di Firenze, di cui una ventina nel 2012. Da poche settimane, è stata inaugurata l’installazione di quattro nuove postazioni nella zona di Sant’Ambrogio, grazie anche al contributo di Confesercenti e dei commercianti di quell’area, particolarmente colpita da atti vandalici, criminalità diffusa e degrado.

Una telecamera in azione nel centro cittadino
Una telecamera in azione nel centro cittadino

Oggi la sicurezza si fa sempre più con le tecnologie e certo si procederà alla copertura di nuove zone, che – dall’analisi e dal monitoraggio effettuati costantemente dalla Divisione Anticrimine della Questura riguardo i dati rilevati sul territorio – dovessero risultare “ a rischio “. Il piano d’installazione degli impianti viene continuamente aggiornato in base alle criticità di una zona, alle denunce ed alle segnalazioni pervenute dai cittadini, alla previsione di commissione di reati od all’emergere di situazioni di degrado, non solo nel centro storico ma anche in periferia.

Insistere perché si prosegua su questa strada non è sbagliato. Anche perché l’“occhio elettronico” produce un effetto di deterrenza. Difficilmente si commettono reati, dove si sa che si può essere osservati. Se vengono commessi illeciti viene tutto registrato, e sono tanti i casi in cui i responsabili di delitti sono stati individuati a conclusione di investigazioni avviate sulla base di immagini tratte da una telecamera.

Certamente, esiste la possibilità che si tenti di mettere fuori uso l’impianto, ma nello stesso tempo il tentativo di manomissione costituisce di per sé un segnale di allarme e determina una maggiore attenzione da parte delle pattuglie impegnate in attività di prevenzione nella zona.

Una particolare novità riguarda l’avvio anche a Firenze del sistema “Elivideo”, inaugurato il 10 novembre 2012 alla presenza del Prefetto di Firenze, Luigi Varratta, presso la Centrale Operativa della Questura, con l’effettuazione di una prova pratica.

Una ripresa dall'elicottero (foto Luca Tagliagambe)
Una ripresa dall’elicottero dell’8° Reparto Volo (foto Luca Tagliagambe)

In caso di situazioni di particolare rilievo per la sicurezza, si richiede l’intervento dell’elicottero dell’ 8° Reparto Volo della Polizia di Stato, che ha base presso l’Aereoporto Amerigo Vespucci, dotato di telecamere che inviano in tempo reale alla Centrale Operativa le immagini relative all’evento, tipo cortei o manifestazioni di ordine pubblico, situazioni di pericolo, rintraccio di automezzi in fuga o altro. Superfluo aggiungere che la documentazione con immagini in caso si verifichino atti di violenza o comunque illeciti risulta quanto mai utile per gestire le emergenze senza ricorrere all’uso della forza ed intervenire poi a freddo dando esecuzione a provvedimenti disposti dalla Magistratura nei confronti degli autori sulla base dei rapporti dei funzionari di polizia.

Ma è bene ribadire in modo chiaro che la strategia per assicurare maggiore sicurezza ai cittadini non si basa unicamente su questa possibilità di innovazione, consentita dall’offerta di tecnologie sempre più sofisticate.

Nell’ottica ormai avviata da anni della prossimità, il piano coordinato di controllo del territorio prevede la presenza, alternata con l’Arma dei Carabinieri in tutte le zone della città, nell’arco delle 24 ore, di pattuglie volanti, uffici mobili, poliziotti di quartiere, nibbio anti scippo, squadre ippomontate nei parchi. Si tratta di un impegno senza soluzione di continuità, che produce ogni giorno rilevanti risultati di polizia giudiziaria (arresti, fermi, denunce, perquisizioni) nonché di prevenzione (controlli, identificazione di persone sospette, espulsioni di immigrati irregolari, diffide anche con rimpatrio al luogo di residenza ed altro).

Ciò non appare sufficiente preso atto della reiterazione dei reati, a volte anche ad opera degli stessi soggetti già arrestati o denunciati per lo stesso motivo. Ne deriva la cronicità della percezione di insicurezza, che incide sulla qualità di vita e dello svolgimento della vita sociale ed economica dei cittadini.

E la domanda è sempre la stessa: quali misure ulteriori si possono prevedere per contrastare i fenomeni negativi?

Credo che la linea seguita, non solo qui a Firenze, sia quella di considerare il fenomeno al massimo livello di priorità e di impiegare tutte le risorse disponibili per il controllo del territorio. E la risposta alla domanda è quella di “ fare sistema” coinvolgendo nella strategia della sicurezza tutte le componenti non solo istituzionali, ma anche delle realtà sociali, economiche, associative, di volontariato, sindacali presenti nel tessuto sociale.

Si tratta della sicurezza partecipata, del “stringiamci a coorte“ cantato nel nostro inno nazionale, la formazione a testuggine che permetteva ai soldati romani di respingere le insidie del nemico. Del resto, la stessa strategia possiamo osservarla bene applicata in natura, quando vediamo documentari sulla vita degli animali, penso a come si difendono i bufali dagli attacchi dei felini, o certi pesci da quelli dei barracuda.

Questa strategia acquisisce particolare efficacia se si riesce ad associare al progetto la collaborazione attiva dei cittadini, partecipazione che si realizza molto semplicemente, segnalando in qualunque modo alle forze dell’ordine le criticità rilevate È questo l’innesco determinante che dà forza a quella che si chiama “sicurezza partecipata”: la partecipazione di tutti al problema sicurezza, determinante per i miglioramenti che tutti ci aspettiamo sul fronte della legalità e della convivenza civile.

E molti altri sarebbero i fattori da citare ancora come utili per conseguire lo scopo della sicurezza, e cito per tutti quello di implementare a tutti i livelli l’educazione alla legalità. Ma – per tornare al tema delle telecamere – il cittadino deve comunque sapere che anche se non vede la presenza di una divisa davanti casa sua, questo non vuol dire che la sua strada è terra di nessuno e che nessuno vigila.

Senza dimenticare però che la prima prevenzione è quella che si fa non girando la testa dall’altra parte, davanti ad un illecito che non ci colpisce direttamente.


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Francesco Zonno

Questore di Firenze

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