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Natale 2025
Il Comitato No Tunnel Tav ha proposto oggi il progetto alternativo per salvaguardare la posizione dei lavoratori dei cantieri dell'Alta Velocità che rischiano il licenziamento

“Tav, potenziare la rete ferroviaria per salvare i lavoratori”

Il Comitato No Tunnel Tav ha proposto oggi il progetto alternativo per salvaguardare la posizione dei lavoratori dei cantieri dell'Alta Velocità che rischiano il licenziamento
Il Comitato No Tunnel Tav ha proposto oggi il progetto alternativo per salvaguardare la posizione dei lavoratori dei cantieri dell’Alta Velocità che rischiano il licenziamento

FIRENZE – Potenziare la rete ferroviaria metropolitana e considerare seriamente il progetto in superficie; collaborando con alcune delle forze economiche della città. E’ la proposta del Comitato No Tunnel Tav che questa mattina ha illustrato ai giornalisti l’alternativa con la quale si difenderebbero, a loro avviso, le posizioni dei 43 addetti impegnati nei lavori dei cantieri per l’Alta Velocità nell’area fiorentina; stigmatizzando “la strumentalizzazione con cui viene presentata la perdita dei posti di lavoro”. Secondo l’azienda, infatti, l’organico sarebbe in esubero e l’impossibilità di portare avanti i cantieri a seguito dell’intervento della Magistratura (lo scorso 17 gennaio) che ha disposto il sequestro di Monnalisa, la fresa scavatrice, e di un’imponente somma sul conto corrente del Consorzio – avevano fatto sapere i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – non consentirebbe il pagamento degli stipendi ai dipendenti.

Il progetto alternativo del Comitato No Tunnel Tav
Il progetto alternativo del Comitato No Tunnel Tav

“L’azione della Magistratura – hanno commentato Tiziano Cardosi e Sandro Targetti, membri del Comitato – ha dimostrato che c’è ancora tempo per ripensare al progetto e considerare il nostro che prevede due binari in superficie creando un servizio urbano e suburbano fra Pontassieve, Pistoia e Signa; con un costo nettamente minore (si parla in questo caso di 300-400milioni di euro) a fronte dei 3miliardi e mezzo che noi ipotizziamo per quello attuale e utilizzando un numero molto più elevato di addetti rispetto a quello utilizzato per la fresa. A partire dalla prossima settimana comunque – hanno aggiunto – contatteremo Confartigianato e i rappresentanti delle piccole e medie imprese per cercare di cambiare la situazione”. “Il clima – hanno concluso Cardosi e Targetti – è pessimo, le istituzioni locali sono sorde e siamo quasi sicuri che coloro che stanno appoggiando il progetto in atto siano mossi soltanto da interessi economici senza sapere di cosa si sta realmente parlando”.

Di seguito il video dell’intervista a Tiziano Cardosi.

[tube]http://www.youtube.com/watch?v=B86hijWj_Kw&feature=youtu.be,604, 350[/tube]


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stefania ressa

Giornalista

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