Chi azzecca il meteo vince le elezioni
Se si vota in tarda primavera o all’inizio estate, le belle giornate spingono più facilmente verso il mare. E puntualmente c’è chi soffia su questa debolezza umana, per invitare a disertare le urne. Con buona pace del costo della benzina, alla gita fuori porta non si rinuncia mai, dicono i più interessati.
Se come questa volta (la prima) si vota d’inverno, si mettono di mezzo neve, ghiaccio, pioggia e nella migliore delle ipotesi basse temperature. Vale la pena sfidare il generale inverno, per andare a votare il signor vattelappesca, magari solo perché è considerato il male minore? Il dubbio resta e riteniamo abbia attraversato molte menti, specie nella notte tra sabato e domenica tra raffiche di vento e interruzioni di corrente elettrica.
La spinta alla gita fuori porta si ripresenta poi puntualmente se le elezioni avvengono in autunno, quando castagne e vino novello sono un buon antidoto all’esercizio del diritto-dovere di voto.
Ma allora quale mai sarà il tempo ideale per andare a votare? Sereno, poco nuvoloso, nuvole sparse, coperto, pioggia debole, pioggia moderata, temporale, neve? Chi azzecca la previsione meteo vince le elezioni. Altro che programmi, coalizioni, impegni, promesse, intese più o meno larghe.
Quella che un tempo si chiamava la “macchina del partito” può ancora fare la sua parte. Accompagnare al seggio elettori anziani ma “sicuri”. Sollecitare telefonicamente chi non si è ancora presentato a votare. Anzi oggi si fa via sms o con un tweet. Anche le istituzioni, comuni in testa, fanno la loro parte assicurando un servizio pubblico per chi deve raggiungere il seggio elettorale ma è in difficoltà. Resta il fatto che l’elettore non lo si può obbligare con la forza. È lui, e solo lui, a decidere.
Basterebbe avesse le idee chiare e interlocutori credibili. Non avrebbe bisogno di guardare attraverso il riquadro della propria finestra prima di decidere se andare a votare o meno.
paolo
Sulla diminuita percentuale dei votanti ha avuto un peso rilevante l’invito a votare del ministro dell’interno. Ovviamente nessuno le ha dato retta. Quando gli appell provengono da un soggetto istituzionale che deve la sua nomina a uno dei candidati premier ovviamente non possono aver presa. P Padoin