Agguato in Curia. La testimonianza di Betori: “Mi puntò la pistola addosso”
FIRENZE – “Mi puntò la pistola addosso e fece un movimento con le mani, che la polizia poi mi ha spiegato essere uno scarrellamento, e mi puntò la pistola all’altezza della testa”. E’ la testimonianza dell’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in tribunale a Firenze.
Il racconto è quello dell’agguato che subì il 4 novembre 2011 nel cortile della Curia, quando è stato ferito con un colpo di pistola insieme al segretario don Paolo Brogi. Secondo gli investigatori, quell’uomo era Elzo Baschini, ora imputato in tribunale.
Betori ha ripercorso quella terribile giornata fino al momento in cui si trovava nel cortile della Curia in piazza Duomo alle 19,25. Il suo assistente scendette dall’auto per primo, mentre Betori apriva lo sportello posteriore della vettura di servizio per prendere alcuni oggetti. Nello stesso momento qualcuno stava parlando con il suo assistente: era l’aggressore che avrebbe voluto parlare con il vescovo. All’uomo fu spiegato che non era possibile. Subito dopo il colpo.
“Pensai a un mortaletto – ha raccontato l’arcivescovo – non potevo pensare che qualcuno fosse entrato con una pistola nell’Arcivescovado“. Don Brogi ferito si allontanò. E’ allora che Betori provò a parlare con l’aggressore: “Mi ha preso per il soprabito e ha cercato di tirarmi verso il cortile, credo che volesse raggiungere don Brogi e che temesse stesse andando a dare l’allarme. Gli urlava: Non andare via perché altrimenti gli sparo”. Poi la pistola puntata alla tempia con l’aggressore che urlava “Tu non devi dire, tu non devi fare…”.