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Un altro degli scatti di Massimo D'Amato in mostra

“In cammino nel tempo”, dietro l’obiettivo di Massimo D’Amato

Uno degli scatti di Massimo D'Amato in mostra al Museo di Storia Naturale da venerdì 1 marzo
Uno degli scatti di Massimo D’Amato in mostra al Museo di Storia Naturale da venerdì 1 marzo

FIRENZE – In cammino nel tempo. Ko phiripè e vaktesa. Rom kosovari e macedoni nel territorio fiorentino è la mostra fotografica che sarà inaugurata venerdì 1 marzo alle ore 17 presso il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze (Sezione di Antropologia ed Etnologia via del Proconsolo,12). Una carrellata di immagini per raccontare la cultura e la tradizione dei rom e dei momenti di vita quotidiana di questo popolo nel territorio fiorentino. Autore dei lavori è Massimo D’Amato che ha scattato le sue foto principalmente nelle aree del Poderaccio e dell’Olmatello; soffermandosi sugli aspetti identitari, particolarmente evidenti, dei protagonisti della prima immigrazione e sui momenti di scambio nel mondo della scuola e del lavoro che riguardano – soprattutto – le seconde e le terze generazioni.

Attraverso questa documentazione D’Amato, oltre a mostrare la dimensione collettiva interna della comunità, traccia i contorni della cultura rom importata dai luoghi d’origine (principalmente Macedonia e Kosovo) trasmessa in un nuovo contesto socio culturale. “Da anni intrattengo rapporti con le comunità di immigrati a Firenze – racconta il fotografo -. Ho lavorato con Demir Mustafa (mediatore culturale rom) e Zoran Lapov (che si è occupato dei testi e delle didascalie che accompagneranno il lavoro di D’Amato) dedicandomi all’aspetto identitario di questi popoli, alle nascite, le feste, i matrimoni; e una parte del lavoro è dedicata pure all’alfabetizzazione”. Quale, dunque, l’obiettivo del progetto e il messaggio che D’Amato vuole trasmettere? “Il passaggio tra identità e rapporto con la città“, spogliandolo magari di quei pregiudizi che troppo spesso macchiano le comunità dei rom. Non è la prima volta tuttavia che D’Amato tratta tematiche sociali. Suoi alcuni lavori sulla comunità senegalese dopo un pellegrinaggio in Senegal, o su quella islamica dopo il famoso 11 settembre di dodici anni fa. “In merito all’ultimo progetto che porterò in mostra prossimamente saranno evidenti quegli aspetti della vita quotidiana che spesso sfuggono”. Perchè in fondo la fotografia altro non è che un occhio più critico e attento sul mondo circostante.

Un altro degli scatti di Massimo D'Amato in mostra
Un altro degli scatti di Massimo D’Amato in mostra

La mostra resterà aperta fino al 21 maggio con il seguente orario: 9.30-13. Sabato e domenica: ore 10 – 17. Chiuso il mercoledì. Info 055-2756444 www.msn.unifi.it.

Fino a maggio ci saranno inoltre incontri, seminari, dibattiti, proiezioni e laboratori che si svolgeranno in collaborazione con le autorità cittadine, la comunità Rom e studiosi dell’Ateneo.


stefania ressa

Giornalista

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