Benedetto XVI, la gratitudine espressa da Betori
FIRENZE – “Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo successore dell’apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito. […]”. Con queste parole, Papa Benedetto XVI ha salutato i cardinali arrivati a Roma il 28 febbraio 2013, prima di partire per Castel Gandolfo e alle 20 lasciare il ministero pietrino.
Un evento che ancora lascia senza parole.
Alla scelta di Joseph Ratzinger, il cardinale di Firenze, Giuseppe Bettori, pochi giorni fa, ha dedicato l’omelia della messa del 17 febbraio:.:” ….nostra gratitudine ( al Papa) nel momento in cui consegna umilmente la propria persona……Un gesto con cui non rinuncia alla missione, ma ne proclama la superiorità su tutto, anche su se stesso, e chiama la Chiesa tutta a consacrarsi al Signore fino al dono di sé””.
Rileggendole adesso, le parole dell’arcivescovo appaiono ancora più sottoscrivibili. Non solo nella lezione di fede che papa Ratzinger ci ha lasciato, ma anche guardando alla pratica del prossimo Conclave.
Un conclave rinnovato da le due lettere apostoliche in forma di Motu Proprio di Benedetto XVI.
Il Motu proprio di pochi giorni fa, il 22 febbraio, quello che permette di abbreviare i tempi per l’inizio del Conclave e l’altro, dell’11 giugno 2007, con cui è stata ripristinata la norma tradizionale circa la maggioranza richiesta per l’elezione del Sommo Pontefice; da la metà ai due terzi dei suffragi dei Cardinali elettori.
Sono prove che il papa emerito Ratzinger, ha lasciato l’anello del pescatore di Pietro, ma non la sua missione. Anche in senso pratico. Il prossimo papa dovrà essere scelto con rapidità, se è possibile, ma certo a larga maggioranza. Un papa che non dovrà subire le divisioni del suo clero, che sono state la maggior fatica del pontefice Benedetto XVI.
I Cardinali elettori arrivano in 60 dall’Europa e 28 sono italiani, 14 vengono dell’America del nord e 19 dell’America latina, 11 per l’Africa e 10 per l’Asia e 1 soltanto rappresenta l’Oceania. Uomini che in alcuni casi non si sono mai visti prima.
Uomini dalle biografie diversissime: domenicani, gesuiti, benedettini o semplicemente preti, cardinali di lungo corso o nominati appena ieri l’altro, come l’arcivescovo di New York, Timoty Michel Dolan, considerato uno dei papabili.
Ognuno porta con se le primarie esigenze delle proprie comunità. La lotta contro la pedofilia, gli americani e gli anglosassoni, combattere l’islam fondamentalista il nigeriano, Francis Arize o salvare l’Europa dall’ideologia relativista, il teologo austriaco Christoph Schonborn.