In attesa del Grillo parlante
In questi giorni post-elettorali, tutti sembrano pendere dalle labbra degli aventi diritto alla parola del Movimento 5 Stelle, che ha portato in Parlamento ben 162 tra deputati e senatori. E soprattutto dalle labbra del suo “leader” (non conosciamo altro termine per definirlo, ricordando il “caro leader” Kim Jong-il della Corea del Nord), i cui atteggiamenti verso gli altri “leader” sembrano ricordare il marchese del Grillo nell’indimenticabile interpretazione di Alberto Sordi quando, rivolto ai popolani, dice: “me despiace, io so’ io e voi non siete un c…”.
Il segretario del Partito Democratico ha inteso lanciare al Movimento 5 Stelle la sfida del governo del Paese, e come risposta ha raccolto la complimentosa qualifica di zombi, un morto che cammina. Della serie: “io so’ io e tu non sei un c…”.
Gianroberto Casaleggio, definito “guru” del Movimento 5 Stelle (ovviamente nelle democrazie politiche non esiste tale incarico), sembra seguire il pensiero della cosiddetta “decrescita felice”, definita su Wikipedia come “una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l’obiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico fra l’uomo e la natura”.
Bene. Visto che l’Italia nel 2012 ha raggiunto il 10,7% come tasso di disoccupazione (+2,3% rispetto al 2011) e il 35,3% come tasso di disoccupazione giovanile (+6,2% rispetto al 2011), a noi interesserebbe capire come si fa a dare urgentemente un lavoro a questa gente: con la crescita produttiva o con la “decrescita felice”?
A noi non interessa il marchese del Grillo. Peggio: ci comincia un po’ a stufare questa litania sui rimborsi e sulle indennità dei parlamentari. Per noi la campagna elettorale è finita il lunedì 25 febbraio alle ore 15.
A noi interessa capire se quei 162 parlamentari hanno un’idea, bilancio dello Stato e regolamenti europei alla mano, come si sana una volta per tutte il pastrocchio degli esodati, al tempo stesso senza lavoro e senza pensione.
Come si fa, conti pubblici alla mano, ad arginare l’ondata impressionante delle chiusure di fabbriche e negozi per la perdurante crisi economica. Come si fa a ridurre il problema dei problemi, una disoccupazione che sta viaggiando al galoppo.
A questo Paese può interessare la saggezza del Grillo parlante, che nella novella di Collodi è “paziente e filosofo”, ma non certo la strafottenza del marchese del Grillo.
Ce ne sono già parecchi di strafottenti.