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Cioni assolto nel processo per l’area di Castello

Graziano Cioni
Graziano Cioni

Il presidente onorario di Fondiaria-Sai, Salvatore Ligresti, la stessa Fondiaria-Sai, Fausto Rapisarda, l’ex assessore comunale di Firenze Graziano Cioni (Pd) sono stati assolti dal Tribunale di Firenze “per non aver commesso il fatto” nell’ambito del processo sulla trasformazione urbanistica dei 170 ettari dell’area di Castello, a nord del capoluogo toscano.

Dei 7 imputati, è stato riconosciuto colpevole solo l’ex assessore all’Urbanistica, Gianni Biagi (Pd), condannato a un anno di reclusione, al pagamento delle spese processuali, interdetto per un anno dai pubblici uffici con sospensione della pena.

Questa la sentenza appena pronunciata, dopo quasi sei ore di camera di consiglio, dai giudici della corte d’assise di Firenze, presieduta da Francesco Maradei,

Si chiude così il primo grado del processo sulla trasformazione urbanistica di Castello, l’area di 170 ettari edificabili a nord della città ancora sotto sequestro dal novembre 2008.

Gli imputati erano sette, con accuse a vario titolo che vanno dalla corruzione alla concussione alla turbativa d’asta, alla violenza privata.

Nell’area sarebbe dovuto sorgere un grande parco urbano di 80 ettari. Secondo l’accusa, Fondiaria avrebbe ottenuto presunti favori dagli assessori Cioni e Biagi. I pubblici ministeri Gianni Tei, Giulio Monferini e Giuseppina Mione hanno chiesto una condanna per Gianni Biagi a 4 anni e mezzo, per corruzione, concussione e turbativa d’asta e a due anni e due mesi per Graziano Cioni, per corruzione e violenza privata.

La piu’ grande soddisfazione – ha detto Cioni ai cronisti nell’aula bunker del Tribunale – è stato vedere piangere dalla gioia la mia figlia più piccola. Per quattro anni l’hanno considerata la figlia di un corrotto. Anche Biagi, sono sicuro, verrà assolto in appello”.

E ai giornalisti che gli chiedevano se ci sia un ‘problema giustizia’ in Italia, lo ‘sceriffo’ risponde: “Certo che c’è”. Quindi, una stoccata al Pd: ”Dal mio partito mi aspettavo più solidarietà. Di più”. Cioni, nel 2008, era uno dei quattro candidati del Pd alle primarie per la carica di sindaco, poi vinte da Matteo Renzi, ma dovette rinunciare alla corsa proprio per l’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito del processo Castello.

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