L’Arno non restituisce il corpo dell’uomo scomparso lunedì
FIRENZE – L’Arno non restituisce il corpo dell’uomo che lunedì pomeriggio (vedi) è stato visto finire in acqua a valle del ponte alla Vittoria a Firenze. Qualche bracciata per poi sparire dopo la pescaia dell’Isolotto, ingoiato dalla forte corrente e dall’acqua gelida che arriva dall’Appennino.
Stamani riprendono per il terzo giorno consecutivo le ricerche da parte dei sommozzatori dei Vigili del fuoco, che lo stanno cercando palmo a palmo nel tratto tra la passerella dell’Isolotto e il ponte all’Indiano. Si ricorre anche all’utilizzo di ecoscandagli, in grado di individuare sagome sott’acqua. Strumenti di precisione ma che funzionano solo in parte quando, come in questo caso, la corrente del fiume è particolarmente forte.
Ieri sono continuate anche le perlustrazioni dall’alto con l’elicottero dei Vigili del Fuoco arrivato dalla base di Arezzo. Il velivolo ha sorvolato a bassa quota il percorso dell’Arno fino a Empoli, ma senza esito.
Si teme che il corpo dell’uomo sia rimasto impigliato in uno dei tanti cespugli di rami sott’acqua. Se – come ormai sembra – si tratta di un cadavere ci può volere anche diverso tempo prima che riaffiori in superficie.
Torna alla mente il caso del professore americano James Kaye di 45 anni, che scomparve in Arno il 18 febbraio 2011 mentre vogava in canoa con un amico dopo Rovezzano. Il suo corpo riapparve all’altezza del ponte all’Indiano quasi un mese dopo, il 15 marzo.