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Da sinistra Carlo Bevilacqua, Matteo Renzi e Marco Carrai coinvolti nel caso tra Firenze Parcheggi, il Comune e Firenze Mobilità

Caso Firenze Parcheggi: lavoratori allarmati e stipendi a rischio

Da sinistra Carlo Bevilacqua, Matteo Renzi e Marco Carrai coinvolti nel caso tra Firenze Parcheggi, il Comune e Firenze Mobilità
Da sinistra Carlo Bevilacqua, Matteo Renzi e Marco Carrai coinvolti nel caso tra Firenze Parcheggi, il Comune e Firenze Mobilità

FIRENZE – E’ alta la preoccupazione dei 61 dipendenti di Firenze Parcheggi che martedì 12 marzo si riuniranno in un’assemblea indetta dai sindacati – Cgil, Cisl e Uil – con i vertici dell’azienda. La partecipata del Comune che ieri, dopo il decreto ingiuntivo per un pagamento di oltre 6 milioni di euro emanato dal tribunale di Firenze per il caso scoppiato con Firenze Mobilità, rischia la paralisi dell’attività. Situazione questa che graverebbe in primo luogo sui lavoratori il cui stipendio di marzo è fortemente a rischio. Così come alcuni servizi – ad esempio la pulizia delle strutture – gestiti da aziende esterne che non potranno più essere garantiti a causa del conto corrente bloccato a FiPark.

Carlo Bevilacqua presidente di Firenze Parcheggi, raggiunto al telefono da Firenze Post, ha ribadito che “non siamo noi ad aver sbagliato. Il tribunale ha fatto un errore colossale e ci auguriamo che torni a valutare attentamente il caso. Ecco perchè lunedì i nostri legali presenteranno un’istanza urgente contro il sequestro dei conti correnti bancari della società, allo scopo principale di poter pagare gli stipendi di marzo ai dipendenti e proseguire nella normale attività, che altrimenti sarebbe seriamente minacciata”.

“Dopo essere venuti a conoscenza della vicenda, abbiamo inviato tutti i documenti al legale chiedendo una verifica precisa e attenta degli avvenimenti – fa sapere Simone Masini, della segreteria Filt-Cgil -. Se in questa situazione dovessero esserci dei responsabili i lavoratori si costituiranno parte civile e richiederanno un risarcimento. Nella riunione di martedì – ha poi aggiunto – vogliamo che ci sia un confronto tra l’azienda e i dipendenti, con l’impegno da parte nostra di mantenere attivo un servizio di cui la città ha bisogno. Lo stipendio del 27 marzo probabilmente salterà ma noi cercheremo di scongiurare questo pericolo perchè – conclude Masini – ricorrere alla cassa integrazione in deroga significherebbe solo dolore“.

Il quadro, come si nota, è ancora tutto da definire. Il timore – espresso pure dal presidente di Confservizi Cispel Toscana Alfredo De Girolamo il quale ha definito il provvedimento giudiziario “poco comprensibile e con effetti dirompenti sull’intera città” – è che a rimetterci siano soprattutto i dipendenti della partecipata del Comune, che nulla hanno a che fare con la gestione aziendale.

Spieghiamo meglio: tutto deriva da una vecchia questione che riguarda i canoni mensili che Firenze Parcheggi (che gestisce numerosi posti auto in città) paga a Firenze Mobilità, la società che è proprietaria degli impianti stessi. A quanto risulta non c’è mai stato un accordo sulla congruità del canone medesimo, tanto che da tempo la questione era stata sottoposta al giudizio della magistratura che avrebbe dovuto esprimersi al riguardo. Nel frattempo la Project Costruzioni scarl, socia di maggioranza di Firenze Mobilità (come risulta anche alla Camera di Commercio) e alla quale fanno capo le imprese costruttrici dei parcheggi fiorentini, ha chiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo per 6 milioni a carico di Firenze Parcheggi.


stefania ressa

Giornalista

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