Il corpo umano
Torna Paolo Giordano, a cinque anni di distanza dal successo del primo romanzo “La solitudine dei numeri primi”, con un nuovo lavoro edito da Mondadori, nelle librerie dal 12 ottobre 2012.
Ambientazione completamente diversa per i personaggi dello scrittore torinese: l’Afghanistan. Un plotone di giovani soldati, comandato dal Maresciallo Antonio Renè, si trova impegnato in una missione nel distretto del Gulistan: uno dei punti più pericolosi.
La zona dove sono confinati, denominata fob (forward operating base) Ice è completamente immersa nella sabbia, dove non c’è niente se non polvere che colpisce gli occhi.
Lì troveranno il tenente medico Alessandro Egitto, rimasto in terra afghana per non affrontare i problemi familiari che ha lasciato in Italia. In luogo così lontano dalla realtà in cui vivono, i giovani soldati trascorrono le ore tra turni di servizio e scherzi camerateschi. Sono distanti dagli affetti e dalla vita che fanno i ragazzi della loro età. Non mancheranno i disagi e le privazioni e i ricordi affioreranno nei momenti di solitudine sopratutto durante la notte.
Un romanzo corale, questo di Paolo Giordano, che ci porta a conoscere l’animo umano dei vari protagonisti con le loro storie familiari alle spalle che trascineranno nel cuore durante tutta la missione in questo territorio nemico e che sopratutto influenzeranno le loro scelte..
I protagonisti vivono in un mondo militare con le sue regole e le sue gerarchie.
I giovani soldati sono privi di tutto, calati in una realtà silenziosa dove la notte anche il rumore del battito del cuore fa frastuono e sopratutto sono addestrati, pronti a combattere verso un nemico che è sempre in agguato. Il caldo uccide durante la giornata così come il sole acceca la vista.
Sicuramente il soldato che mi ha colpito di più è il tenente Egitto, un personaggio poliedrico tormentato dalle emozioni che sente verso la sua famiglia, con sentimenti a volte conflittuali a volte opprimenti ed altre patologiche..
Alla fine in Italia i soldati torneranno con un altro spirito e soprattutto sono cresciuti, non esisterà più la giovinezza: sono entrati definitivamente nell’età adulta.
Paolo Giordano, classe 1982, riesce con una struttura narrativa di straordinaria efficacia a calarsi nei panni di quei giovani soldati, raccontandoci le loro debolezze, le loro emozioni coinvolgendo il lettore pagina dopo pagina.
Quella che ci fa conoscere Giordano non è una guerra fatta di armi, conflitti e trincee, ma è una guerra dei rapporti umani, dei valori familiari che condizionano la vita dei vari soldati, scavando nei ricordi dei personaggi, nei lori dubbi, nei loro tormenti e soprattutto nelle loro emozioni
Troviamo il maresciallo Renè che è un capo vero e proprio, un soldato spaccone Cederna, un soldato preso in giro e chiamato “palla di lardo” Mitrano, un soldato timido che esce per la prima volta di casa Ietri ed una donna soldato…
Il tutto viene raccontato in modo minuzioso grazie anche al fatto che Giordano è andato per ben due volte a visitare la base militare.
Un romanzo assolutamente da leggere che ci porterà a vedere come al termine della missione i vari soldati ricostruiranno la loro vita cercando di allontanare i ricordi, ma dove il corpo con le sue sensazioni è l’unico protagonista in un contesto così normale rispetto a quello afghano.