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Il teatro del Maggio Musicale fiorentino verso la catastrofe

Maggio musicale: 50 giorni per evitare la catastrofe (annunciata)

L'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. La Fondazione è vicina al baratro.
L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. La Fondazione è vicina al baratro.

FIRENZE – Più che un commissario, un “terminator”. Francesco Bianchi, il commissario chiamato 40 giorni fa a correggere le malefatte dell’ex-sovrintendente e dei suoi predecessori, oggi ha tolto ogni dubbio e quello che si vociferava da tempo ora è una certezza: la Fondazione del Maggio musicale fiorentino ”corre diritta verso il muro della liquidazione. Se rapidamente e in maniera strutturale non raddrizziamo i conti l’azienda alla fine di aprile chiuderà i battenti”.

I numeri sono da brivido: il bilancio consuntivo 2012 del Maggio musicale fiorentino ha chiuso con una perdita di tre milioni, il preventivo 2013 chiuderà con una perdita superiore a 5,5 milioni. Il debito consolidato ammonta a 35 milioni, il valore di produzione dell’azienda Maggio supera appena i 30 milioni. ”Un’azienda così in nessuna parte del mondo può reggere”. Per far fronte alla situazione, Bianchi ha detto di aver ”operato una serie di tagli alla programmazione, che è da tempi di vacche grasse, mentre ora siamo in tempi che definire magre e più che ottimista”. ”Vi sono riduzioni degli allestimenti e cancellazioni di spettacoli, per risparmi da 2,1 milioni di euro”, ha aggiunto.

Altro fronte di risparmio, ha poi proseguito Bianchi, sarà ”la spesa per il personale: oggi abbiamo detto ai sindacati che abbiamo disdettato il contratto integrativo di questa istituzione lirica, che è un reperto archeologico e non ha più ragione d’essere come è strutturato. Costa 6 milioni, una spesa che l’azienda non si può più permettersi. Da qui dovremo trarre un risparmio di 4 milioni. Spero che le controparti siano così ragionevoli da venire velocissimamente al tavolo e di consentire una riduzione del costo del personale strutturale, per mantenere al lavoro il numero più alto di persone possibile. Altrimenti il 30 aprile andremo tutti a casa”. Bianchi ha tenuto a precisare che ”la liquidazione non è un’opzione del commissario, ma l’ovvia e scontata conclusione della vicenda se questa azienda non rimette subito i conti in pareggio”.

Della situazione Bianchi ha spiegato di aver parlato con ”il ministro Ornaghi e il direttore spettacolo dal vivo del Mibac Salvatore Nastasi”, che ”si sono dimostrati concordi con la linea da me proposta”. Da non scordare che appena qualche giorno fa lo stesso Nastasi aveva pronosticato il ricordo a “Mandrake” per risolvere i problemi del Maggio e, al tempo stesso, aveva invitato gli enti locali a versare più soldi nelle casse della Fondazione di via Solferino, evidentemente pensando che 8,5 milioni l’anno (3,5 dal Comune, uno dalla Provincia e quattro dalla Regione) non fossero sufficienti.

IL NUOVO TEATRO DEL MAGGIO
A rendere ancor più nera la situazione del Maggio, a conferma di quanto pressapochismo ha regnato sinora soprattutto a Palazzo Vecchio, il conferimento del nuovo teatro dell’Opera da parte del Mibac e degli enti locali che ne hanno finanziato la realizzazione (il Comune con 32 milioni e la Regione con 61) alla fondazione del Maggio musicale fiorentino, annunciato ma finora non avvenuto, ”sarebbe un grosso problema”. Anche questo ha asserito il commissario Bianchi, sottolineando che ”la struttura ha costi di gestione spaventosi, assolutamente insostenibili da parte della fondazione. Potrei far qualche numero in proposito, ma sarebbe meglio non farlo e infatti non lo farò”. Bianchi ha poi ribadito che l’ente lirico, ”da solo, non ce la farebbe mai a sopportare gli oneri di spesa che la nuova struttura comporterebbe; servirebbe quantomeno una loro condivisione con lo Stato, con privati o altri soggetti”.

LA NUOVA STAGIONE
Nonostante i tagli apportati al cartellone complessivo del maggio, il commissario ha comunque assicurato che ”lo svolgimento del festival sarà garantito e tutelato”. In una nota, la Fondazione ha illustrato nel dettaglio le variazioni. Tra queste, una riguarda il Don Carlo di Giuseppe Verdi, che verrà eseguito in forma di concerto (2 – 5–8–12 maggio 2013); Written on Skin di George Benjamin (28–30–31 maggio 2013) è rinviato a una delle prossime stagioni; Macbeth di Giuseppe Verdi (17–18–19–21–22–25 giugno), sei recite anziché le cinque inizialmente programmate; Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini (3-4-5-6-7-10 dicembre), sostituito con Il Capello di Paglia di Firenze di Nino Rota, recente allestimento, di proprietà della Fondazione; Balletto Omaggio a Stravinskij (7-8-10-11-12 giugno 2013) sostituito dallo spettacolo Grandi Coreografi (10-11-12-13 giugno 2013). Infine Bianchi ha aggiunto come, al di là delle misure di razionalizzazione da intraprendere, occorrerebbe un sostegno maggiore da parte dei privati alle attività della fondazione, lanciando un ”appello alla città”: ”bisognerebbe che ci fosse più generosità da parte dei privati – ha osservato – finora, sotto questo profilo, ho visto sforzi inferiori da ciò che il teatro merita e che altrove, per altri enti lirici, vengono invece profusi”. Si tratta di un invito già sentito molte altre volte, ma che non considera che ogni euro indirizzato al Maggio, è un euro tolto ad altre istituzioni culturali parimenti bisognose e altrettanto storiche.

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