“Filarmonica Rossini”: lezione di musica con vista sul degrado
FIRENZE – Calcinacci, travi abbandonate, bottiglie di plastica e tanta sporcizia. E’ una discarica a cielo aperto, quella che sorge alle spalle dell’edificio che ospita la “Filarmonica Rossini”, in via Villamagna. Un panorama certamente indecoroso, che fa storcere il naso non solo agli allievi della vicina scuola di musica, ma anche ai residenti della zona, che da tempo chiedono un intervento concreto. “E’ una vergogna”, spiegano. “Il tempo passa, e i rottami aumentano”, aggiungono imbufaliti.
Appena entrati nella discarica, i rifiuti non si contano più: ovunque, regna il degrado. Dalle bottiglie abbandonate ai tanti pallet in legno, l’impressione non è certo quella di trovarsi a pochi passi da un’importante istituzione musicale fiorentina, pezzo di storia della città. Ma non è tutto, perché nelle immediate vicinanze sorgono anche alcuni uffici della Sas (Servizi alla Strada), praticamente a contatto con la zona “incriminata” (ben riconoscibile persino tramite su Google Maps). Eppure, lo spazio continua a riempirsi di pezzi di cemento, immondizia e travi metalliche. Per non parlare poi dei cordoli in plastica – rossi e bianchi -, ammassati su un lato della discarica e dei cartelli stradali ormai rovinati che, di tanto in tanto, spuntano in mezzo all’immondizia.
Già nell’ottobre del 2012 il consigliere comunale Alberto Locchi aveva denunciato la situazione, presentando un’interrogazione in Consiglio in cui chiedeva spiegazioni alla giunta. A seguito di un sopralluogo diretto, Locchi era infatti venuto a conoscenza della discarica abusiva e aveva registrato i malumori degli abitanti. “In quell’occasione chiesi all’amministrazione se era a conoscenza del degrado dello spazio, che peraltro risultava essere un terreno demaniale – ricorda il consigliere – Il mio timore era che potesse esserci anche dell’amianto. In Consiglio, fui però rassicurato dall’assessore Mattei, che si disse pronto a mobilitare i tecnici e a far loro effettuare dei controlli nella zona. Tutto con l’obiettivo di trovare una soluzione”.
Invece nulla sembra essere cambiato. Anzi, l’incuria aumenta e ogni giorno è sotto gli occhi di tutti: dai lavoratori della Sas, agli allievi e professionisti della Rossini. Per non parlare poi degli abitanti che decidono di fare una passeggiata sull’argine dell’Arno e che hanno la sfortuna di imbattersi in un panorama poco piacevole. Perfino all’occhio attento dell’automobilista che transita sul viadotto del Varlungo non può sfuggire uno spazio tanto grande e altrettanto trascurato.
Di qui, la nuova richiesta di Locchi. “La speranza è che, nel frattempo, sia stata almeno accertata la natura dei rifiuti della discarica – rimarca il consigliere – Certo è, che un caso relativamente semplice come questo poteva essere in breve tempo risolto. Il fatto che nell’area regni ancora l’incuria non fa onore a Palazzo Vecchio, essendo quello poi un luogo di passaggio. Auspico quindi un intervento concreto, nella speranza – termina – che la vicenda possa finalmente essere risolta e chiusa una volta per tutte”.