Sanità, “stop al balzello di 10 euro sugli esami diagnostici”. Al via il volantinaggio di protesta
FIRENZE – Probabilmente molti cittadini non lo sanno ancora: da circa 7 mesi la Regione Toscana ha deciso di applicare un contributo fisso di 10 euro per la digitalizzazione delle procedure diagnostiche per immagini (Rm, Tc, scintigrafie, radiografie, ecografie). Un balzello da versare indipendentemente dal reddito e che si somma al regolare ticket da pagare per poter usufruire di queste prestazioni. Una cifra di non poco conto, insomma, soprattutto se rapportata ai controlli previsti per i pazienti gravi e i malati oncologici.
“Si tratta di una disgustosa e immorale tassa sulla malattia. Per questo abbiamo deciso di alzare il tiro della protesta e di portarla direttamente dentro i presidii ospedalieri della Toscana”, tuonano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, impegnati questa mattina insieme alla collega Marina Staccioli (Gruppo Misto) in un’operazione di volantinaggio dentro al complesso di Careggi. L’obiettivo, è far conoscere ai cittadini le scelte della Regione in materia di sanità e cercare di convincere Palazzo Strozzi Sacrati non solo a rimodulare ma a cancellare il contributo obbligatorio.
“Non bastavano le tasse, i ticket e i balzelli già conosciuti – recita il volantino, distribuito questa mattina – per coprire i buchi nei bilanci, gli sprechi, le spese pazze e i costi dei carrozzoni inutili delle Società della Salute, la Regione Toscana costringe tutti quelli che devono farsi un esame diagnostico a pagare ulteriori 10 euro”.
“Dopo aver sollevato il problema in Aula – dichiarano i consiglieri – abbiamo deciso di affrontarlo direttamente sul campo: continueremo a fare volantinaggio negli ospedali di tutta la Toscana. Andremo a Pisa e in tante altre città. Rossi non può fare orecchi da mercante. Si parla tanto di prevenzione e poi si inserisce un balzello che è un vero e proprio ostacolo”.
Eppure, fanno notare i consiglieri, di capitoli di spesa discutibili in ambito sanitario ne esistono diversi: “Dai premi di produzione pagati ai direttori generali, ai dirigenti e funzionari di livello regionale, che ammontano a circa 30 milioni di euro e che potrebbero in parte essere impiegati per evitare di aumentare le tasse sulla salute dei cittadini”; al finanziamento del consultorio per transgender a Viareggio, “pari a 240mila euro”. “E’ arrivata l’ora che le cose cambino”, terminano i tre.
”Voglio fare presente che siamo stati obbligati a introdurre nuovi ticket, nell’estate 2011, dalla manovra del governo Berlusconi (Dl 6 luglio 2011 n.98, convertito dalla legge n.111 del 15 luglio 2011) – replica l’assessore al diritto alla salute della Toscana, Luigi Marroni – Abbiamo scelto comunque il male minore e, nella rimodulazione dei ticket in Toscana ci siamo fatti guidare, come sempre, dal principio di equità, cercando di continuare a tutelare le fasce più deboli e chiedendo di più a chi ha di più. Ci rendiamo conto delle difficoltà dei cittadini, e non possiamo permettere che si faccia speculazione politica su un argomento importante come questo e in una situazione così delicata, proprio da parte di chi ha introdotto i ticket”.
L’assessore Marroni ricorda anche che una serie di categorie (invalidi di guerra, civili e del lavoro, ciechi, disoccupati e altri) sono esenti dal contributo per la digitalizzazione e che per questa quota la Regione ha fissato un tetto annuo di 30 euro, per contenere la spesa di chi per la propria patologia è costretto a fare molti esami l’anno: i pazienti che per fini diagnostici o di follow up necessitano di ricorrere con frequenza alle prestazioni di diagnostica per immagini ne pagano fino a 3 nell’arco dell’anno solare, dalla quarta in poi il contributo non è più dovuto.