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Il Rotary: “Se vuoi la pace, prepara la pace”

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“Incontro sulla pace” il convegno che si è svolto nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio

“Se vuoi la pace, prepara la pace”. Si trasforma così ai giorni nostri il celebre motto latino di Vegezio che sosteneva ”se vuoi la pace prepara la guerra”. Una necessità e un’impostazione di vita che il Rotary International ha fatto propria, com’è stato ricordato stamani a Palazzo Vecchio a Firenze dal past governatore del 2070° Distretto, l’avvocato Italo Minguzzi all’apertura del convegno “Incontro sulla pace”. promosso in collaborazione con i Rotary club dell’area fiorentina.

“Un evento che risponde all’invito del presidente internazionale del Rotary, il giapponese Sakuji Tanaka, il cui motto è: la pace attraverso il servizio” ha ricordato il governatore Franco Angotti. “Oggi è un giorno particolare – ha aggiunto – perché coincide con la marcia di Libera a Firenze, dove migliaia di persone stanno sfilando per chiedere giustizia e libertà, basi fondamentali della pacifica convivenza tra la gente. Ma non dimentichiamo neppure che siamo a 30 anni esatti dalla storica enciclica ‘Pacem in terris’ di papa Giovanni XXIII”.

Il vescovo ausiliare monsignor Claudio Maniago ha portato il saluto del cardinale Giuseppe

Erano presenti i gonfaloni dei Rotary club fiorentini
Erano presenti i gonfaloni dei Rotary club fiorentini

Betori, trattenuto in Vaticano dopo l’elezione del papa Francesco I, mentre quello della città di Firenze è arrivato dal presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani. Interventi di saluto anche del decano del Corpo consolare di Firenze Alessandro Berti, del presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini, di Enrico Fantini rappresentante distrettuale del Rotaract.

Gli interventi – moderati dallo stesso past governor Minguzzi (“a scuola abbiamo studiato le guerre, mai la pace”) e dal vice direttore de La Nazione Marcello Mancini (“siamo nella Firenze di La Pira, di don Milani, di Tiziano Terzani il kamikaze della pace”) – hanno fotografato il concetto di pace, tra utopia e realismo.

Il professor Eugenio Ripepe, docente di filosofia del diritto dell’Università di Pisa, ha sottolineato come l’uomo è – geneticamente – fatto per la convivenza, non per la guerra. “La differenza sostanziale – ha precisato – è che la pace può fare a meno della guerra, ma quest’ultima non può fare a meno della pace. Una soluzione? Non è certo facile né io confesso di averla”. “Socrate – ha concluso – diceva di ‘sapere di non sapere’. Oggi c’è il rischio che molti non sanno di non sapere. E questo è ben peggio”.

Il professor Luigi Condorelli, docente di diritto internazionale all’Università di Firenze, si è soffermato sulla ricerca della pace attraverso le istituzioni, evidenziando luci e ombre di organismi come l’Onu (“creata dal fallimento di precedenti consessi internazionali”) e dell’Unione Europea, quest’ultima Premio Nobel per la pace 2012.

Firenze come città di pace, è stata la testimonianza dell’avvocato Giulio Conticelli vice presidente della “Fondazione Giorgo La Pira”, che ha ricordato la figura del sindaco degli anni ’50. Città e pace erano un binomio inscindibile per La Pira, in uno con la costante presa di coscienza dei bisogni delle persone umane.

A chiusura il professor Rodolfo Cigliana, docente di letteratura latina e greca, ha ricordato le realizzazioni del Rotary, all’insegna della solidarietà e sulla strada della pace.

Applauditi interventi infine del pittore fiorentino Andrea Stella e di Donatello Osti, un giovane funzionario del Consolato Usa di Milano, che – nel corso della sua formazione professionale – ha seguito un corso sulla prevenzione, gestione e soluzione dei conflitti.


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Sandro Addario

Giornalista

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