“Caso” Fallaci, il verdetto dei periti: è autentica la firma della giornalista in calce al testamento
FIRENZE – Anche a distanza di anni dalla sua scomparsa, Oriana Fallaci continua (seppur indirettamente) a far parlare di sé. Dopo molte polemiche e tanti dubbi, è stata fatta chiarezza su un altro capitolo “spinoso” della vita della giornalista fiorentina: è infatti autentica la firma in calce al testamento di Oriana Fallaci, morta a Firenze il 15 settembre 2006. Questo il verdetto fornito dal collegio di tre periti (due grafologi e un neurologo) nominati dal Gip del Tribunale di Firenze, Antonio Pezzuti. La perizia sarà discussa davanti al Gip nell’udienza fissata per martedì prossimo, 26 marzo.
L’analisi è stata effettuata sul testamento originale – custodito nel tribunale di New York -, con cui la scrittrice nomina suo erede universale il nipote Edoardo Perazzi. Una copia conforme, che era nella disponibilità di Perazzi, è stata sequestrata due anni fa nell’ambito dell’inchiesta, su cui sono state condotte altre perizie calligrafiche.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei, risale a un po’ di tempo fa: la diatriba è iniziata infatti nel luglio del 2011 a seguito di un esposto della sorella della scrittrice, Paola Fallaci, e di suo figlio Antonio, contro l’altro figlio Edoardo Perazzi. Secondo Paola Fallaci, la firma della sorella in calce al testamento non sarebbe stata autentica. Un’accusa pesante, insomma, con cui – improvvisamente – il nipote dell’autrice di ”Lettera a un bambino mai nato” e ”Un uomo” si era ritrovato indagato per falso e truffa dopo la denuncia della madre.
Adesso, però, la svolta: la perizia voluta dal giudice per le indagini preliminari sembra dar torto a Paola Fallaci e finisce, al contrario, per scagionare suo figlio Edoardo da ogni accusa di aver falsificato la firma della celebre zia.
”L’esito della perizia è per me di grande soddisfazione – ha detto Edoardo Perazzi all’Adnkronos – perché viene riconosciuta l’infondatezza delle folli acccuse mosse nei miei confronti. E’ la dimostrazione che mia zia Oriana era perfettamente in grado di intendere e di volere quando ha firmato il testamento. La magistratura ha fatto tutti gli accertamenti del caso e ora la verità è emersa”.