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Antonio Manganelli

“Così con Manganelli liberammo il piccolo De Megni”

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FIRENZE – La notizia dell’aggravamento delle condizioni di salute del capo della Polizia Antonio Manganelli girava da tempo nell’ambiente della questura fiorentina. L’ultima volta che è venuto a Firenze è stato nel novembre scorso quando ha voluto incontrare i “vecchi” colleghi della squadra mobile con i quali aveva lavorato alla fine degli anni ’70. Ma era venuto anche un mese prima in occasione dei funerali del magistrato Piero Vigna con cui era legato da lunga amicizia.

“La notizia della sua scomparsa – commenta a mezza voce il questore Francesco Zonno – ha gettato un grande sconforto in tutti noi. Ci trattava sempre non da capo, ma soprattutto da amico fraterno. Considerava i poliziotti tutti come amici”. Zonno lo conosceva da quasi 40 anni. “Avevamo partecipato allo stesso concorso per entrare in polizia nel 1975. Poi abbiamo lavorato molto spesso insieme, nelle indagini per sequestri di persona negli anni ’80”.

Un ricordo personale? “Tanti in un così lungo tempo – dice Zonno – ma uno in particolare è indelebile. Avevamo individuato vicino a Volterra il rifugio dove era tenuto prigioniero il piccolo Augusto De Megni, 10 anni, rapito da una banda di sequestratori sarda. Dentro il covo, cui si accedeva solo da uno stretto cunicolo, c’era il guardiano del ragazzo, Antonio Staffa, che non voleva arrendersi. Manganelli dirigeva le operazioni di polizia. Determinante era non mettere a rischio la vita dell’ostaggio”.

Il bandito non intendeva ragioni e voleva parlare solo con un magistrato. “Manganelli si girò verso di me – prosegue il questore di Firenze – e mi disse: vai tu. Digli che sei il magistrato. Non abbiamo troppo tempo. Così fu avviata la trattativa, che durò per un’ora e tre quarti. Io da una parte, il sequestratore dall’altra. Era il 20 gennaio 1991. Tutto, come si sa, si risolse con la liberazione del bambino e la resa dei suoi carcerieri”.

Telefonate di cordoglio stanno arrivando in questura da ogni parte. C’è attesa per la notizia dei funerali. Domani intanto sarà aperta la camera ardente a Roma presso l’Istituto superiore di Polizia in via Pier della Francesca 3.

Anche il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, poliziotto da sempre e già questore di Firenze e di Roma, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Manganelli. “In questo momento di sgomento – dice in una nota – per la perdita del nostro Capo della Polizia Antonio Manganelli, un uomo che ha dedicato tutte le energie di una vita al servizio delle Istituzioni, anche quando la malattia ha segnato il suo cammino, mi unisco all’immenso dolore dei suoi familiari e di tutta la Polizia di Stato”.

Fotogallery Riccardo Sanesi


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Sandro Addario

Giornalista

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