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Addio Mennea, campione nello sport e nella vita

Ero in auto, stavo guidando quando alla radio ho sentito la notizia della morte di Mennea, di Pietro Paolo Mennea. Una notizia inattesa,un tuffo al cuore. L’avevo incontrato il 19 novembre dell’anno passato a Villa Viviani,ad una serata Lions organizzata in interclub – per iniziativa di David Giacchetti- dal Firenze Cosimo dè Medici e dal Firenze Pitti. Ospite d’onore era Pietro Mennea, che assieme alla consorte si stava spendendo in giro per l’Italia in una delle tante iniziative di beneficenza e solidarietà. Uno dei suoi molteplici incontri tesi a far conoscere le attività della “Pietro Mennea Onlus”, la fondazione di utilità sociale per la ricerca e lo sport.

Pietro Mennea all'Interclub a Villa Viviani
Pietro Mennea all’Interclub a Villa Viviani

Al cerimoniere della serata c’era voluto un bel po’ di tempo per riassumere il nutritissimo curriculum vitae dell’ex olimpico sessantenne: plurilaureato, docente universitario e in master e in corsi di specializzazione, iscritto a vari albi professionali, autore di numerose pubblicazioni, deputato al parlamento europeo per una legislatura.

In sala abbiamo subito percepito di che pasta fosse fatto quest’uomo non appena iniziò a narrarci episodi dell’infanzia e della giovinezza nella nativa Barletta, racconti di voglia di emergere, di sacrifici, di ferrea disciplina. E tra gli ospiti, particolarmente attento e compenetrato in ciò che narrava, notai il prefetto di Firenze, Luigi Varratta, suo coetaneo e concittadino.

Per tenere il passo con avversari forti e poderosi uno come me, di costituzione esile, uno scricciolo al loro confronto – esordì Mennea – anche il giorno di Natale mi toccava allenarmi, 365 giorni all’anno su 365, anno dopo anno”. E fu primatista mondiale dei 200m nel 1979, record detenuto per 17 anni; partecipò a cinque olimpiadi, dal‘72 all’88; per oltre 50 volte fu nazionale azzurro.

Quella sera la sua relazione “ Il valore etico di una grande prestazione sportiva” appassionò tutti. David Giacchetti, suo grande amico ed estimatore, ha confessato che il 19 novembre era già seriamente malato e che quella a Firenze è stata la sua ultima uscita pubblica. Ho davanti la sua pubblicazione “I costi delle Olimpiadi” con dedica : “A Sergio con amicizia, Pietro”. La prefazione, dedicata alla libertà, così conclude: “Libertà, quando non ci sarò più, sarai sempre con me”.


Sergio Tinti

già Comandante Polizia Stradale della Toscana

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