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Palazzo Vecchio

Aumento delle tariffe, il Pdl attacca Renzi: “Quasi 12 milioni in più incassati dal Comune”

Palazzo Vecchio
Il Pdl attacca Renzi a proposito dell’aumento delle tariffe

FIRENZE – “L’amministrazione incassa 11,8 milioni di euro in più con gli aumenti decisi da Renzi, il doppio di quanto restituito col taglio dell’Irpef”. Parola del gruppo Pdl in Palazzo Vecchio, che ha focalizzato la propria l’attenzione sulle tariffe di interesse comunale: dalle mense scolastiche alle multe, passando per l’accesso alla Ztl, i consiglieri del centrodestra Emanuele Roselli e Jacopo Cellai hanno infatti passato al setaccio gli incrementi stabiliti dal sindaco in questi anni e adesso puntano il dito contro la gestione del primo cittadino, “colpevole di aver peggiorato soprattutto le condizioni del ceto medio”.

“Da quando Renzi è diventato sindaco, la situazione per il ceto medio fiorentino è cambiata, in peggio – spiegano Roselli e Cellai – Nel febbraio 2010 sono state decise le nuove tariffe per i servizi alla persona e l’utilizzo del suolo pubblico (dalla Cosap ai passi carrabili), con incrementi che vanno dal 25% al 50% rispetto alla precedente amministrazione. Maggiorazioni a carico di famiglie con un reddito Isee superiore ai 32.500 euro: soglia che supera ogni persona che solitamente si identifica nel ceto medio, così come dimostrano le nostre simulazioni”. Due genitori che lavorano, una casa di 90 metri quadri di proprietà, magari comprata con i risparmi di famiglia, poche migliaia di euro in risparmi ed eccoti vittima, sostengono i due consiglieri del Pdl, dei rialzi targati Renzi.

Quasi 12 milioni di euro in più, sarebbe quindi il corrispettivo maturato e arrivato nelle casse di Palazzo Vecchio a distanza di poco più di due anni dall’ingresso ufficiale dei vari “balzelli”. I rincari, in particolare, sembrano non aver risparmiato alcun settore o categoria, a cominciare dalle mense scolastiche, le cui entrate “sono aumentate mediamente di 1 milione di euro all’anno, passando da una media di 11 milioni di euro annui sotto la giunta Domenici, ai 12 milioni di euro all’anno sotto la giunta Renzi. Una crescita in termini reali – affermano Roselli e Cellai – superiore al 13%”.

Stesso discorso per le entrate dei servizi pre e post scolastici, lievitate di oltre il 21% all’anno, con un rialzo medio di 65mila euro all’anno. “Anche il servizio scuolabus – tengono a precisare i due consiglieri – è cresciuto quasi del 18%, portando all’amministrazione Renzi un aumento di oltre 80mila euro in tre anni”.

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I balzelli renziani nel mirino di Roselli e Cellai

Che dire, poi, dell’accesso alla Ztl? Persino questo capitolo avrebbe fatto registrare, secondo il Popolo della Libertà, nuovi corposi incassi a Palazzo Vecchio, con aumenti nelle entrate superiori al 48%, grazie in particolare alla “gabella” sugli artigiani. “Nel 2012 l’amministrazione ha riscosso oltre 58mila euro contro i 22mila euro del 2008. Ma non è tutto – proseguono Roselli e Cellai – Gli incrementi derivanti dalle multe hanno subito un’impennata annua di oltre il 23% battendo tutti i record della giunta Domenici; allo stesso modo, sono lievitate del 30% persino le entrate relative all’occupazione del suolo pubblico e ai passi carrabili, che hanno permesso al Comune di ricevere una maggiore entrata annua di oltre 7 milioni di euro“.

E la lista non finisce qui. “A tutto questo debbono infatti essere sommate anche le entrate maggiori, rispetto al 2008, di oltre 71 milioni di euro derivanti dall’introduzione della nuova Ici sulla prima casa e dall’imposta di soggiorno, che per fortuna, almeno quest’ultima, è a carico dei turisti e non dei fiorentini – fanno notare Roselli e Cellai – Renzi si vanta di ‘aver restituito’ ai fiorentini 6 milioni di euro avendo ridotto l’Irpef comunale dello 0,1. Ebbene, l’amministrazione Renzi ha reso con la mano destra le briciole di tutto quello che ha prelevato con la mano sinistra al ceto medio fiorentino – criticano – in questi anni”.

Di qui, la richiesta alla giunta, affinché le fasce Isee siano riviste. “E’ giunta l’ora di passare dalla politica degli slogan a una politica di sostegno della famiglia e del ceto medio, iniziando a rimodulare l’aumento tariffario su un calcolo Isee che tenga conto non tanto dello stato patrimoniale, bensì di uno stato di reddito disponibile, rimodulando fin da subito gli scaglioni tariffari – concludono Roselli e Cellai – secondo una logica più equa”.


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Giulia Ghizzani

Giornalista

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