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Domenica alle 11 il tradizionale Scoppio del Carro

Lo Scoppio del carro “benedice” la pasqua fiorentina, ma la colombina si ferma

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Volo regolare della colombina che ha puntualmente dato il via allo Scoppio del carro stamani a Firenze. Nel viaggio di ritorno verso l’altar maggiore la colombina stessa si è però fermata. Momenti di gelo in Duomo, perchè storicamente il volo “irregolare” dell’animale di cartapesta è sempre stato di buon auspicio: un tempo per gli agricoltori per il raccolto, oggi per gli scaramantici di turno. L’ultima volta che il volo della colombina non andò bene fu nella Pasqua 1966, l’anno dell’alluvione di novembre. Molti però dimenticano che in quell’occasione il volo si fermò addirittura nel viaggio di andata e la colombina non accese il carro.

Oggi le cose sono andate diversamente. L’ “animale” viaggia con due razzi, uno che gli dà la spinta per l’andata, l’altro per il ritorno. A quanto si è appreso, per un probabile colpo di vento durante il viaggio di andata, si è acceso anche il razzo di ritorno, tanto che quando la colombina era in rientro, a metà navata si è fermata perchè quel razzo aveva ormai esaurito la propria carica. Come essere rimasto senza benzina insomma. Niente maledizioni o sciagure in arrivo.

Ma vediamo come è cominciata questa grande mattinata fiorentina.

La vigilia non prometteva nulla di buono quanto a bel tempo, ma all’alba il cielo era abbastanza sereno. Con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia per un blocco sull’autostrada, i primi ad arrivare all’appuntamento con la giornata dello Scoppio del Carro sono stati i cinque buoi di pura razza chianina per trasportare il “Brindellone” dal deposito di via Il Prato fino al sagrato del Duomo. Verso le 7.15 i camion provenienti da Foiano in Valdichiana sono arrivati alle Cascine. È li, come ogni anno, presso l’Ufficio Giardini del comune che avviene la prima tappa della festa.

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Il bovaro Massimo Donnini e i suoi collaboratori hanno avuto un bel daffare per tenere a bada Bellino (una bestia da oltre 13 quintali, campione del mondo in carica per l’altezza di 2,3 metri) e Valentino (quasi 15 quintali), i “veterani” della Pasqua fiorentina, dove vengono da oltre 10 anni. Li hanno seguiti Capitano e Sansone, di “appena” 5 anni ma pesanti anche loro oltre 12 quintali. Matricola della manifestazione Bimbo, un bue di due anni, tenuto di riserva – come in panchina – per intervenire in caso di infortunio di un altro animale. Sono animali esperti, addestrati al traino e a stare in mezzo alla gente, ma una “passeggiata” sull’asfalto cittadino (per di più bagnato dalla pioggia) con un “brindellone” di oltre 40 quintali da trainare non è uno scherzo e le insidie – come gli scivolamenti – sono dietro l’angolo.

Tirati a lucido, con corna e zoccoli dorati, i buoi si muovono verso le 8 dalle Cascine. Non sono gazzelle e il percorso non è breve. La tramvia in piazza Vittorio Veneto si ferma per farli passare. Dopo meno un’ora sono in via Il Prato, davanti al portone alto come un palazzo, la casa del Brindellone. Questo è già pronto in strada, restaurato e tirato a nuovo, con quasi duemila “fochi” pronti a scoppiettare e fare spettacolo pirotecnico.

I figuranti del Calcio Storico sono già pronti a fare da scorta. Anche la pioggia vuol dire la sua ma non riesce ad imporsi. La festa è più importante di tutto. Lentamente il corteo si muove. Borgognissanti (un tempo si percorreva via Palazzuolo), via della Vigna Nuova, via Strozzi.

Il percorso non è agevole, specie sulla curva – tutta stretta – tra piazza Goldoni e via della Vigna. Ed è proprio in quella strada che uno dei buoi scivola sull’asfalto piegando la gamba. Un brivido, ma per fortuna lo rialzano subito. Nulla di grave, il corteo prosegue. “Il prossimo anno studieremo un percorso nuovo, che possibilmente passi da via Tornabuoni” commenterà il sindaco Matteo Renzi mentre sul sagrato del Duomo aspetta l’inizio della cerimonia.

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In piazza della Repubblica l’incontro con il corteo storico della Repubblica fiorentina che fa da battistrada al Carro lungo via Roma e piazza San Giovanni. Una volta il corteo girava tenendo il Battistero sulla destra, in direzione di via Martelli. Poi fu deciso, per evitare intralci con il pubblico, di girare subito a destra in piazza San Giovanni e arrivare davanti al sagrato dalla parte di via Calzaioli.

Arriva il cardinale Giuseppe Betori tra gli applausi della gente. Una funzione religiosa in Battistero e quindi entra in Santa Maria del Fiore. La messa sta per cominciare, come confermano i rintocchi del campanile di Giotto. Il Brindellone è fermo davanti al sagrato. Una tradizione che si ripete – dicono ininterrottamente – dal 1497.

Comincia la messa solenne di Pasqua. Al momento del “Gloria” la colombina, spinta da un razzo, parte dall’altar maggiore lungo un cavo di acciaio di oltre 120 metri. In 12 secondi arriva con un fischio potente davanti al carro. Si ferma. Si accende un secondo razzo per la corsa di ritorno, quello stesso razzo che però da fuoco alle miccie del carro. Lo spettacolo comincia. Pochi guardano se la colombina percorre regolarmente la sua corsa senza fermarsi, fattore di buon auspicio il resto dell’anno. Tutti gli occhi sono puntati sul Brindellone, che comincia a far scoppiettare le oltre 1000 castagnole da cui è circondato. Girandole, cascate d’oro e d’argento, spirali di scintille. Non è come lo spettacolo notturno che si svolgeva fino alla fine degli anni ’50, ma gli organizzatori – in particolare la pirotecnica Soldi – ce la mettono tutta per un risultato all’altezza delle aspettative, che dura circa una ventina di minuti, tra la soddisfazione dei presenti. Che a scoppio finito, anziché lasciare subito la piazza si fermano fino all’ultimo per voler applaudire ancora una volta il carro al suo ritorno e tutti coloro che ne hanno gestito il successo.


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Sandro Addario

Giornalista

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