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Officine Galileo

Il Caso Selex finisce in Regione e Rossi attacca l’azienda

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FIRENZE – E’ un’emorragia senza fine quella che sta coinvolgendo i lavoratori di alcune importanti aziende fiorentine e toscane. Il recente caso della Selex – nella sede di Campi Bisenzio sono almeno 55 i dipendenti interessati dalla procedura di mobilità come avevamo riportato qualche giorno faè finito in Regione. Ieri, martedì 9 aprile, i sindacati hanno incontrato il presidente della Regione Enrico Rossi il quale, oltre ad attaccare il piano industriale dell’azienda che prevede quasi 2.000 esuberi in Italia e la chiusura di oltre 20 siti, ha ritenuto l’atteggiamento della Selex antisindacale dal momento che, lunedì 8 aprile, non ha consentito l’ingresso nello stabilimento ai lavoratori di via Barsanti, a Firenze, in occasione dell’assemblea.

Gli animi, insomma, sono incandescenti e il consigliere regionale del PdL e Vicepresidente della Commissione Attività produttive Nicola Nascosti ha presentato, sull’argomento, una mozione che impegna la Giunta regionale a convocare un tavolo di confronto presso il Governo nazionale tra l’Azienda, le rappresentanze sociali ed istituzionali toscane.

“La Selex ES, con i sui 17.770 addetti (dei quali 12.000 in Italia e 1.200 nella sola Firenze) ed un fatturato che rasenta i 4 miliardi di euro, è un patrimonio nazionale e toscano – ha dichiarato Nascosti -. Un gioiello dell’industria strategica ad altissima tecnologia che la Toscana rischia di perdere a causa di un progetto di ristrutturazione drastico che porterebbe al taglio degli stabilimenti di Pisa e della stessa Firenze.”

“In questa fase estremamente delicata ma anche decisiva – ha continuato il consigliere – il nostro primo pensiero e la nostra sentita vicinanza vanno alle maestranze. Alle migliaia di persone: fiorentini e pisani, che rischiano seriamente di vedere compromesso per sempre il posto di lavoro nonostante la loro altissima specializzazione e competenza. Noi, il PdL, è innanzitutto e prima di tutto al fianco dei lavoratori che reclamano chiarezza sulle scelte aziendali. Ma non ci sfuggono neppure le difficoltà dell’azienda in una congiuntura di crisi conclamata. Per questo occorre un impegno forte di tutte le istituzioni regionali. Non si può più stare alla finestra. Serve subito l’apertura, presso il Governo nazionale, di un tavolo di confronto tra l’azienda, le rappresentanze sindacali ed istituzionali. Non è più il tempo dell’attesa. Adesso è il momento dell’unità di intenti per garantire ai lavoratori il loro posto di lavoro e alla Toscana la permanenza e il rafforzamento di una realtà tanto strategica per il comparto produttivo locale e nazionale” – ha concluso Nicola Nascosti.

“E’ una vicenda, questa, che non può non vedere le istituzioni parte attiva”, aveva commentato Marco Zacchei della Fim-Cisl di Firenze e Prato. “Il vertice di Selex non deve solo dirci quali e quanti prodotti vengano tagliati dal portafoglio aziendale, ma deve darci garanzie su quanti e quali siano i prodotti su cui punta per il rilancio dell’azienda – aggiunge Massimo Masat, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Finmeccanica -. La Fiom, viste le commesse istituzionali che nel tempo sono state assegnate a Selex ES, ritiene altresì necessario che il Governo dica apertamente se vuole investire risorse pubbliche su programmi di valore strategico per il nostro Paese quali Tetra, Sistri e l’agenda digitale, oppure intenda limitarsi a destinare equivalenti risorse ad ammortizzatori sociali. Per il bene dell’Italia, e per il futuro occupazionale di Selex ES, auspichiamo naturalmente che vengano scelti gli obiettivi produttivi”.


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stefania ressa

Giornalista

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