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Il capolavoro dei 10 piccoli saggi

Gli esperti nominati da Napolitano hanno consegnato due relazioni. ll gruppo sulle riforme istituzionali ha avanzato una serie di proposte che spaziano dalla forma di governo ai rapporti tra parlamento e governo, alla riduzione dei parlamentari, alla modifica della legge elettorale, al finanziamento pubblico dei partiti. Il gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea ha invece messo a punto proposte per creare e sostenere il lavoro, rilanciare il ruolo dell’Italia negli scambi internazionali, migliorare il sistema tributario, aprire alla concorrenza, tutelare meglio i consumatori.

In tema di elezioni è stato proposto un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario) con un alto sbarramento e un ragionevole premio di governabilità. L’attuale modello di bicameralismo paritario e simmetrico, che causa difficoltà di funzionamento al nostro sistema istituzionale, può essere superato con la creazione di una sola Camera politica e di una seconda Camera rappresentativa delle autonomie regionali (Senato delle regioni).
Si ritiene ineliminabile il finanziamento pubblico delle attività politiche, ma si propone che siano fissati criteri restrittivi per verificare le singole spese e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica.

La relazione finale suggerisce inoltre di rivedere il patto di stabilità interno alla luce del nuovo articolo 81 della Costituzione, di effettuare interventi in tema di giustizia, depenalizzazione, incompatibilità e giudizi disciplinari sui magistrati.

Viene inoltre auspicata la riduzione dei parlamentari: oggi i deputati sono 630, circa uno ogni 95 mila abitanti. Il Gruppo di Lavoro ritiene che sia ragionevole seguire un criterio per il quale la Camera sia composta da un deputato ogni 125 mila abitanti. I deputati si ridurrebbero a 480, mentre i senatori sarebbero 120, invece di 315, ripartiti in proporzione al numero di abitanti di ciascuna Regione.

Il gruppo di esperti economici ritiene utile che, in materia fiscale, sia presentato rapidamente all’approvazione del Parlamento il disegno di legge “delega fiscale” e sia realizzato un intervento incisivo sulla finanza decentrata, concludendo in tempi rapidi il processo di attuazione della riforma del 2009 sul federalismo fiscale. Si considera indispensabile destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all’emergenza lavoro e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficoltà economica. A tal fine è necessario introdurre un reddito minimo di inserimento, rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, predisporre nuove misure ad hoc per gli esodati.

Questi i punti salienti delle relazioni dei saggi, in merito alle quali sono fioccati i commenti. “La qualità del lavoro delle due Commissioni di Napolitano fa giustizia di tante polemiche. Tante idee condivise da concretizzare prestissimo”: è il commento a caldo, reso su twitter, del vicepresidente del Pd, Enrico Letta.

“Anche i saggi ci danno ragione, gli esodati rappresentano una priorità. La Lega è sempre stata l’unico movimento a votare contro ogni proposta del ministro Fornero che, in poco più di un anno, è riuscita in una missione impossibile: svuotare le tasche dei lavoratori senza che le casse dello stato ne traessero alcun miglioramento”. Lo affermano in una nota i parlamentari della Lega Nord Massimiliano Fedriga e Manuela Munerato.

“Per arrivare a queste conclusioni ci volevano veramente 10 emeriti saggi. Bastava farsi una passeggiata per strada e chiedere alle prime 10 persone che si incontravano per avere la stessa risposta”, scrive su facebook la senatrice del M5S Elena Fattori.

Plauso incondizionato arriva invece dalla formazione di Mario Monti, Scelta Civica. “Il lavoro dei saggi incaricati dal Capo dello Stato va nella giusta direzione di aiutare il dialogo tra le forze politiche e indica alcuni terreni prioritari di impegno per il rilancio del Paese” ha detto Enzo Dellai, presidente del gruppo alla Camera, mentre l’on. Bondi per il Pdl ha espresso incondizionata approvazione al lavoro dei due gruppi.

Se devo esprimere un parere personale, dopo quanto avevo già detto su Firenze Post il 1 aprile, mi sembra che i passaggi fondamentali della relazione dei 10 esperti siano un monumento all’ovvio, dove scarseggiano le soluzioni concrete. Si affrontano problemi già esaminati negli ultimi anni, e mai risolti per il semplice motivo che il parlamento non è mai stato in grado di trovare intese in materia. Vogliamo davvero credere che due relazioni di questo tipo aprano improvvisamente gli occhi a tutta la classe politica? E vogliamo credere che l’idea della commissione speciale dei dieci non sia stato un mero pretesto per prendere (o perdere) tempo e far arrivare a termine il mandato presidenziale? Lo ha confermato ingenuamente, nella conversazione estortagli dalla falsa Margherita Hack, il saggio Onida.

Intanto le dispute e la confusione della politica continuano: il Pd è spaccato, Renzi critica Bersani, Bersani osteggia Renzi, D’Alema tenta interventi di mediazione, forse non del tutto disinteressati. Per ora non si vede all’orizzonte una soluzione; tutte le speranze sono riposte nel nuovo Capo dello Stato cui spetterà l’arduo compito d’individuare una personalità in grado di guidare il nostro paese in questi difficili frangenti.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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