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Il monumento per commemorare l'eccidio di Stazzema (Foto Eigene Fotografie)

“Stazzema, strage premeditata”

Il monumento per commemorare l'eccidio di Stazzema (Foto Eigene Fotografie)
Il monumento per commemorare l’eccidio di Stazzema (Foto Eigene Fotografie)

LUCCA – “L’eccidio di oltre 560 civili fu premeditato”. Lo storico Carlo Gentile non ha molti dubbi sulla strage del 12 agosto ’44 a Sant’Anna di Stazzema. Gli uomini delle Ss dunque avrebbero saputo precisamente cosa sarebbe successo e per questo motivo, spiega Gentile, “la Procura di Stoccarda ha sbagliato ad archiviare, lo scorso ottobre, le indagini sugli otto presunti autori della strage ancora in vita”. Le dichiarazioni, che lo storico ha rilasciato all’Ansa ed è stata ripresa sul web, spingono la procura di Stoccarda a riaprire le indagini.

Incaricato dall’avvocato tedesco dell’associazione dei martiri di Stazzema di redigere una nuova perizia sull’eccidio, Gentile, storico dell’università di Colonia, ha messo nero su bianco le imprecisioni contenute nelle motivazioni che hanno portato all’archiviazione. “Impreparazione e pressappochismo di chi ha condotto le indagini” sentenzia Gentile “l’errore più rilevante è quello di considerare la strage come avulsa dal contesto senza registrare altri 30 episodi simili avvenuti nel pisano e in altri località e che portavano la firma della 16/a Divisione Reichsfuehrer. Eccola la premeditazione”.

Non sarebbe poi così impossibile perciò, sulla base della perizia di Gentile su cui dovrà esprimersi la giustizia tedesca, riaprire il caso dopo 69 anni dalla strage. Le indagini contro gli otto ex Ss, sei ex ufficiali e due soldati semplici, erano state archiviate perchè, secondo la procura di Stoccarda, non sarebbe stato possibile risalire alle responsabilità dei singoli, necessarie da individuare per la natura estemporanea dell’eccidio. La strage di donne e bambini (più di cento) sarebbe nata, secondo gli investigatori tedeschi, ‘dalla frustrazione per non aver trovato gli uomini che le Ss stavano cercando ma senza premeditazione. Per lo storico Gentile “diventa difficile, sapendo di avere a che fare con persone che avevano già compiuto atti simili, sostenere che quei militari non sapessero che il risultato di un’operazione di quel genere doveva essere quello di uccidere anche donne e bambini”.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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