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Pierluigi Bersani si dimette

Quirinale, Bersani si dimette. Il Pd salta in aria

Pierluigi Bersani si dimette da segretario del Pd
Pierluigi Bersani si dimette da segretario del Pd

FIRENZE – “Fra di noi uno su quattro ha tradito“, ha detto Pier Luigi Bersani all’assemblea dei parlamentari del Pd, riferendosi all’ultimo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica con la bocciatura di Romano Prodi. “Ci sono pulsioni – ha aggiunto Bersani – a distruggere il Pd“.

“Consegno le mie dimissioni dopo il voto del Colle”, ha aggiunto Bersani in una tesissima assemblea al teatro Capranica di Roma. La resa di conti interna arrivata con le schede per l’elezione del presidente della Repubblica: nei prossimi giorni è facile che tutto il gruppo dirigente del Pd faccia un passo indietro.

Dopo, è possibile uno spacchettamento del Pd in più partiti o un lento tentativo di riavvicinamento. Tutto dipenderà anche da come evolverà la situazione nelle votazioni per il presidente della Repubblica. Domattina, il Pd voterà scheda bianca, poi tutte le ipotesi si riaprono. Fra i renziani c’è la sensazione che toccherà a loro gestire il dopo Bersani, anche se proprio a Renzi è stata attribuita la soluzione Prodi, poi naufragata. Fra i bersaniani c’è chi spera la mossa sia stata più tattica che reale. Ma anche Rosy Bindi poche ore prima si era dimessa in dissenso con la linea di Bersani.

“Per tutto il giorno sono stato accusato su Facebook di sostenere una candidatura, quella di Romano Prodi. Ora l’accusa è opposta: aver complottato contro la candidatura Prodi. Se non ci fosse di mezzo l’Italia sarebbe da ridere. Io le cose le dico in faccia, sempre. I doppiogiochisti non mi piacciono”, ha scritto Renzi su Facebook.

”Sconcerto e amarezza” per l’esito del quarto scrutinio per la scelta del Capo dello Stato sono stati espressi stasera in una nota congiunta dai segretari del Pd di Firenze, Pisa, Empoli, Prato, Versilia, Val di Cornia-Elba, Livorno, Arezzo, Grosseto, Pistoia e Giovani Democratici della Toscana. ”E’ inaccettabile -affermano – che a fronte della scelta unanime del mattino siano poi mancati oltre 100 voti: di questo porta la responsabilità innanzitutto il Pd e il suo gruppo dirigente che non ha sostenuto unitariamente una personalità di altissimo profilo internazionale come Romano Prodi”.

I dirigenti locali del partito se la prendono poi con i franchi tiratori che ”hanno speculato sul futuro del Paese e del Pd, hanno deluso le aspettative dei nostri elettori e le speranze di cambiamento che il Paese attende. Occorre subito un sussulto di responsabilità che consenta al Pd di assolvere alla urgente necessita’ di dare domattina un Presidente della Repubblica all’Italia e anteporre il bene e la credibilità dell’Italia e delle istituzioni repubblicane ai giochetti da vecchia politica. Il Paese viene prima di tutto”.

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