Gita domenicale modello 2.0
Sono le 7,30 del mattino. La sveglia dello smartphone mi tira giù dal letto con un brano dei Roxy Music del lontano 1974. Oggi giornata impegnativa ma piacevole, si va fuori città.
I bambini stanno ancora dormendo, ieri sera hanno preso sonno con una audiofiaba dei fratelli Grimm, “scaricata” da un blog per ragazzi che, naturalmente, ho messo tra i preferiti e riprodotta dal tablet di ultima generazione.
Io ne ho approfittato, mentre ascoltavo con loro quel racconto suadente, per ultimare i preparativi per il viaggio, seppur breve, che ci aspettava.
Mentre mi rado accompagnato dalla musica del mio lettore multimediale, sento mia moglie che prepara la colazione controllando nello stesso momento le mail della casella di posta elettronica. Molti lavori non hanno nessun riguardo alle festività.
Bambini in piedi. Completata la routine, allacciate le cinture di sicurezza, si parte!
Ho pensato a tutto. Navigatore avviato, autoradio con sistema di allerta traffico attivato, tv portatile installata, con i cartoni prediletti dei piccoli e ‘mansueti’ occupanti dei posti di dietro,.
Tutto perfetto, ma … forse ho dimenticato di fare il pieno.
Chiedo a mia moglie di cercare sull’ itablet il distributore più vicino. Con qualche “tap” sullo schermo si interroga l’oracolo che, subito, con una voce elettronica ma piacevole, ci indica che quello con il costo del carburante più basso è vicino, ancora pochi chilometri e ci siamo.
Eccolo. Scendo dall’auto, dò uno sguardo ai bambini assorti nella visione del film ed inizio il rifornimento.
Mi sembra di ricordare di essere già stato da queste parti, il prezzo della benzina era ancora in lire. Per un attimo, ma solo per un attimo, sento affiorare in me un sentimento di ‘euro’ fastidio.
I miei bambini mi sorridono. Scaccio via i brutti pensieri e riprendo la corsa.
Il navigatore “sociale” avverte che mancano ancora una ventina di chilometri e non c’è traffico: l’agriturismo è lì che ci aspetta, mentre l’”app” del meteo segnala sole ma non troppo caldo, forse sarà meglio indossare almeno una felpa.
Di solito sono indicazioni attendibili, perchè non seguirle?
Dovrebbero esserci anche il mio amico Alberto con la famiglia, chissà se saranno arrivati.
Attivo la ricerca vocale del telefono, pronuncio le parole giuste e, magicamente, Alberto mi risponde in vivavoce sull’impianto audio dell’auto grazie al bluetooth. Tutto bene, stanno per arrivare. Perfetto.
Giunti a destinazione. Speriamo che ci sia connessione internet. I nostri amici ci stanno aspettando, l’agriturismo è proprio come visto sul sito, bellissimo.
Entriamo nella sala del ristorante. Mi sembra non particolarmente piena, d’altronde non ho avuto molte difficoltà nella prenotazione online, c’erano tantissimi posti disponibili. Mi assalgono strane sensazioni, realizzo che avevo notato per strada molti capannoni vuoti e negozi chiusi.
Sarà questa la crisi di cui parlano in tv?
I bambini mi distraggono. Hanno un’energia ed un entusiasmo che ti scuotono.
Alberto li fotografa con l’ultimo ritrovato della tecnologia, la fotocamera/smartphone dai megapixel smisurati, con l’intento di condividere gli scatti con i parenti lontani tramite Facebook.
Chissà la foto di mia figlia alle prese con il cagnolino quanti “mi piace” avrà…
Pranzo delizioso, compagnia gradevole e bambini felici. Sono contento, la giornata sta mantenendo le promesse.
Salutiamo tutti, stanchi ma appagati riprendiamo la strada per casa.
Alberto si dimostra sempre una persona piacevole. É appassionato come me di tecnologia ed è sempre alla ricerca degli ultimi ritrovati della tecnica. Questa volta mi ha parlato di occhiali interattivi che, una volta indossati, forniscono informazioni continue e dettagliate su quello che accade intorno a te: dal meteo al traffico fino alle ultime notizie.
Mi ha incuriosito col suo entusiasmo, però nei suoi occhi ho percepito un velo di preoccupazione. Mi aveva accennato a qualche difficoltà nel lavoro ed era in ansia per la sua famiglia. Se avesse bisogno di aiuto potrà contare su di me.
Mentre il viaggio prosegue, osservo dallo specchietto di cortesia i bambini riposare, quando mia moglie mi ricorda che la nostra casa al rientro potrebbe essere un po’ fredda, vista l’escursione termica.
Aziono subito il comando remoto tramite il cellulare e metto in funzione la climatizzazione. Fatto.
Penso a quanto sia comoda la tecnologia, come potrei farne a meno? Ti assiste oramai quasi senza che tu te ne accorga e nelle attività più disparate.
Anche in un’escursione fuoriporta come quella di ieri: una gita domenicale 2.0 insomma.
Non resta che arrivare a casa e mettere a letto i piccoli: però stavolta la fiaba ho voluto raccontargliela io.