Matteo Renzi da Torriglia
Matteo Renzi rischia di fare la fine della Bella di Torriglia. Quella che, secondo un’antica filastrocca, tutti la vogliono ma nessuno se la piglia. Adulato e rincorso da molti, specie per il suo convincimento che la classe politica va rinnovata, anzi rottamata, ora si trova ad un importante bivio del suo destino pubblico.
Si rincorrono voci e tam tam circa un possibile incarico per la formazione del nuovo governo. Ma già da Pd, Pdl e Lista Civica si avanzano riserve e perplessità.
Il rottamatore fa comodo quando porta voti e simpatie, ma meglio non metterlo alla prova. Poco esperto, si dice, specie sul piano internazionale. Lo scoprono ora?
Renzi stesso è sembrato esitare: prima fa sapere che se chiamato dal Colle non potrebbe tirarsi indietro, poi dichiara che la sua candidatura è “la più sorprendente e la meno probabile”. Tira aria di tranello, di fuoco amico e non vorrebbe caderci. Finendo per essere il quarto impallinato, dopo Marini, Prodi e lo stesso Bersani. È il destino di chi vola basso, a quota tiro al piccione. Le aquile non corrono questi rischi, ma sono una razza ormai in estinzione.