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Sicurezza, degrado e mass media

La tutela della sicurezza cittadina è da tempo demandata soprattutto alle cure dei sindaci, anche se molti primi cittadini preferiscono ribaltare la responsabilità di degrado, inciviltà e maleducazione sul mancato o insufficiente controllo delle forze dell’ordine. E’ una strana situazione, nella quale le autonomie locali prima rivendicano specifiche competenze, salvo poi affermare, di fronte alle proteste dei cittadini, che le mancanze e le deficienze dipendono dalla relativa collaborazione degli organi dello Stato.

In tali occasioni viene sempre coinvolto il prefetto, il quale si trova nella difficile situazione di dover soddisfare, nei limiti del possibile, le domande dei primi cittadini, che sono spesso restii a impegnare in operazioni di polizia i vigili urbani, e le giuste richieste dei questori che pretendono in primis un impegno concreto e con rilevante impegno di personale della polizia municipale. Tutto questo vale ovviamente in tema di tutela dal degrado urbano, inciviltà e maleducazione, in una parola di movida, accattonaggio, presenza di nomadi e di sbandati. Diverso è il caso della lotta alla criminalità, e stavolta in prima linea ci debbono essere, e ci sono, ovviamente le istituzioni dello Stato.

È un copione che ho sperimentato in varie città, sia a Pisa, che a Torino e a Firenze, mentre a Padova le due amministrazioni che si sono succedute nel periodo della mia gestione hanno cercato innanzitutto di organizzare servizi efficaci da parte della polizia municipale, chiedendo poi, anche se troppo spesso, l’intervento delle forze di polizia. L’Assessore competente della giunta Destro aveva addirittura creato una sorta di nucleo di pronto intervento con cani addestrati specificamente. Negli anni 2003 – 2008 si è raggiunto il massimo livello del dibattito e delle polemiche sulla sicurezza urbana: dal 2008 in poi altri problemi, ben più gravi, hanno monopolizzato e continuano a monopolizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, sconcertata dall’incapacità della politica di far fronte ai suoi doveri.

Anche a Firenze il dibattito e le polemiche sul degrado e la sicurezza urbana sono ricorrenti, riportate anche dalla stampa cittadina che mette in risalto le proteste di commercianti e abitanti delle zone considerate meno controllate. Recentemente si è provveduto, su impulso del prefetto, a potenziare la lotta contro i furti in abitazione, che avevano raggiunto un livello elevato creando timori fra la popolazione, e si è cercato meritoriamente di rinnovare e potenziare piani d’intervento mirati contro inciviltà e degrado. Si è assistito allora al caso di un giornale che prima ha promosso, a suon d’interviste, dibattiti e servizi, l’intervento del prefetto, del sindaco e delle forze dell’ordine, evidenziando poi quelli che, a suo giudizio, erano stati i risultati positivi conseguiti a seguito della campagna di stampa.

Giornalisti che vengono aggregati alle volanti in perlustrazione e che certificano che tutto è adesso tranquillo, foto di piazze ripulite dai vagabondi e dai nomadi campeggiavano nelle edizioni cittadine del quotidiano più diffuso. Ma è scattata allora la contromossa di altri due quotidiani, che avevano in precedenza promosso analoghe campagne con interviste a comitati di cittadini, preti d’assalto, commercianti esasperati, senza che però seguissero analoghi interventi. Ovviamente, in questo caso, è stata data stavolta grande pubblicità a foto di piazze ancora preda del degrado, nonostante le nuove misure, alla movida irrefrenabile e pericolosa, al relativo successo degli interventi delle autorità, quasi a certificare che la campagna orchestrata dal giornale concorrente non aveva poi avuto il risultato sbandierato.

Le valutazioni sulla sicurezza sono spesso condizionate da visioni di parte o di opportunità partitica. Prefetti, questori, comandanti del carabinieri e della guardia di finanza, vigili urbani fanno con coscienza il loro dovere, ma è praticamente impossibile un controllo capillare e continuo di tutte le zone della città nelle quali, soprattutto in primavera e in estate, si svolgono i rituali della movida e dello sballo, si spaccia la droga, si esercita la prostituzione. È necessario che siano realizzati interventi a monte, che si educhino i giovani al rispetto delle regole, alla cura della cosa pubblica, all’esercizio dei doveri, oltre che dei diritti, al riguardo per la libertà altrui, nella consapevolezza che i limiti all’esercizio delle libertà individuali consistono proprio nel rispetto delle analoghe libertà degli altri. E’ infine indispensabile che all’opera di prevenzione e repressione da parte delle forze dell’ordine seguano provvedimenti tempestivi e severi da parte dell’autorità giudiziaria.

Chissà se i politici si ricorderanno che interventi urgenti su questi temi sarebbero un loro preciso dovere, se finiranno di discutere di argomenti lontani dalla realtà, e d’interessarsi solo delle loro diatribe interne. Sarà sempre troppo tardi, ormai mi sembra che il tempo sia scaduto.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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