Congresso Cisl, Bonanni: “Bisogna creare lavoro”
FIRENZE – Tutte le ricette sono valide in questo momento di crisi nera per l’Italia, ma da una priorità bisognerà partire se si vuole intanto restituire speranza ad un Paese che francamente non spera più: bisogna creare lavoro.
Lo hanno chiesto i sindacati anche ieri 1° maggio e torna a ribadirlo oggi a Firenze, per il congresso regionale della Cisl toscana, anche il segretario generale Raffaele Bonanni. “Prima bisogna ridurre le tasse sul lavoro, poi se vogliono tagliare l’Imu lo facciano solo per chi ha una sola casa e soprattutto per quei giovani che a malapena riescono a comprare una casa a basso costo e con mutui salatissimi”.
Apprezzamenti da Bonanni per i primi passi del Governo Letta che in Europa, incontrando Merkel e non solo, sta cercando di allentare un po’ la pressione sul nostro Paese. Sulla riforma del lavoro e sulle modifiche alla riforma Fornero, Bonanni chiede all’esecutivo di coinvolgere pienamente i sindacati, importante è semplificare la flessibilità in entrata.
“Sulla Cassa integrazione e sugli esodati cerchiamo di risolvere il problema nei prossimi giorni perché la situazione della disoccupazione può diventare esplosiva” ha spiegato Bonanni.
Appello dal segretario della Cisl Toscana Riccardo Cerza alle istituzioni regionali, Regione in primis: “C’è una sola priorità per la Toscana: ridare lavoro a chi è senza e oggi lo si può fare solo restituendo libertà e protagonismo alle persone. C’è bisogno di una Toscana leggera, in cui la Regione faccia le scelte fondamentali e crei poche leggi semplici e chiare, lasciando il cittadino e l’impresa liberi di intraprendere senza troppi vincoli burocratici, con la certezza del diritto e dei tempi”. Cerza ha parlato davanti al Governatore Enrico Rossi spiegando che nella regione esiste un rischio sociale con il manifatturiero in ginocchio e le risorse che mancano per il sostegno ai redditi.
Per produrre ricchezza bisogna tagliare la burocrazia che blocca l’80% delle opere. Basti pensare che la Toscana per autorizzare un’opera pubblica ci mette 4 anni e 8 mesi, in Italia solo Sicilia e Basilicata fanno peggio.