Segreteria Pd, Renzi non si candida. Spunta Martini
FIRENZE – Le grandi manovre all’interno del Pd sono in corso per la successione di Pierluigi Bersani. La nomina dei sottosegretari ha suscitato soddisfazioni ma anche malumori dentro la dirigenza del partito e ancor più rabbia cova nella base del partito. Il primo nodo verrà sciolto all’assemblea nazionale dell’11 maggio, chiamata ad eleggere il segretario provvisorio che dovrà traghettare il partito al Congresso.
Il candidato in pectore Guglielmo Epifani, voluto dall’uscente Bersani, potrebbe alla fine lasciare il posto a una figura “terza” rispetto alla contrapposizione con Gianni Cuperlo, sponsorizzato dai dalemiani. Una figura che non sarà Matteo Renzi: ‘”Sono convinto che in politica le idee valgano più degli uomini: in questi sei mesi mi sono candidato a tutto, ma a questo non mi candido”, ha detto il sindaco di Firenze rispondendo a Giovanni Minoli che gli domandava se ha intenzione di candidarsi a riformare il Pd.
E se il rottamatore si tira indietro, le ipotesi che circolano sono su figure di possibile mediazione, che magari hanno ricoperto o ricoprono incarichi istituzionali o di partito, come l’ex governatore della Toscana Claudio Martini e l’attuale capogruppo Pd della Camera, Roberto Speranza. I renziani non staranno comunque a guardare e, alla ricerca di consensi nel partito che non hanno mai avuto, cercheranno comunque giocare anche questa partita, pur se non direttamente, tanto che i gossip continuano a riferire di una sorta di asse comune con D’Alema, per mettere Bersani in minoranza.