Staminali, “l’Unione Europea smentisce le critiche all’Italia”
FIRENZE – “Gli Stati membri possono autorizzare l’impiego di medicinali a base di cellule staminali anche in assenza di un’autorizzazione a porle in commercio, a condizione che tale impiego avvenga in una struttura ospedaliera e su base non ripetitiva. A dirlo è l’Europa, per cui medici e scienziati, anziché continuare a ostacolare l’uso delle staminali, inizino a prendere atto della loro possibile efficacia e se ne facciano una ragione”.
Il monito arrivadall’eurodeputato toscano indipendente Eld (“Europa della Libertà e della Democrazia”) Claudio Morganti che dopo aver ricevuto la risposta della Commissione europea ad una sua interrogazione parlamentare – atto, è bene ricordarlo, in cui chiedeva all’Ue se fosse a conoscenza dell’acceso dibattito che si è creato in Italia sull’uso delle staminali, in che modo lo giudicasse e come fosse regolamentato l’impiego di queste cellule a livello europeo e negli altri Paesi dell’Unione -, invita tutti ad ascoltare le indicazioni dell’Europa e a mettere fine alle polemiche venutesi a creare in questi mesi.
“Proprio pochi giorni fa – dichiara Morganti – tredici grandi scienziati della ricerca sulle staminali hanno invocato l’intervento dell’Ue sul caso italiano, contestando il decreto Balduzzi, attualmente in discussione in Parlamento, ovvero la possibilità di praticare in ospedali pubblici terapie a base di staminali, secondo la critica ‘senza prove’ né autorizzazione”.
Adesso, però, il chiarimento su una vicenda tanto complessa quanto dolorosa. La Commissione, riporta infatti Morganti, smentisce le preoccupazioni “e pur ammettendo l’assenza di armonizzazione negli Stati membri, in merito alle decisioni riguardanti ‘eventuali autorizzazioni ad attuare terapie avanzate in assenza di un’autorizzazione a porle in commercio’, essa riconosce l’importanza delle staminali tanto da finanziare, con circa 12 milioni di euro, un progetto che sta sviluppando test clinici riguardanti l’impiego di cellule mesenchimali per curare le fratture ossee che non guariscono in maniera autonoma”.
L’europarlamentare sollecita, a questo punto, medici, ricercatori e luminari affinché non si perda altro tempo utile per salvare vite preziose. “Stiamo parlando di una speranza concreta per tante famiglie, che in casi come questi diventa l’unica ragione di vita”, conclude Morganti.