Il gran ballo dei debuttanti
Un militare nella sua carriera è abituato a scenari operativi, un pilota di caccia in particolare non ha tempo per le emozioni. Vedere però sabato sera i volti degli allievi della Scuola Militare aeronautica «Giulio Douhet» impegnati nel «Gran Valzer» del MakP 100, con il loro debutto anche nella danza, mi ha riempito il cuore di orgoglio. Personalmente ho visto l’emozione nei loro sguardi, le lunghe lezioni e prove per riscoprire le buone maniere anche e soprattutto nel ballo, una superba coreografia dove il rito dell’invito alla danza riscopre il suo significato, tra ammiccamenti e il passo in avanti dei cavalieri.
Una madre, ancora più emozionata del figlio con cui aveva appena avuto la possibilità di fare un giro di valzer, mi ha detto grazie per quanto la Douhet sta insegnando ai suoi allievi. Quando anche la forma diventa sostanza.
Era da tempo in preparazione la serata del MakP 100, che segna gli ultimi 100 giorni del percorso triennale di formazione liceale degli allievi della Scuola Militare: quest’anno è toccato al corso «Espero» essere protagonista della manifestazione. Si sono sentite principesse per una notte le Dame che hanno accompagnato i Cavalieri del Corso Espero. Tra gli invitati, nella suggestiva e storica cornice dell’aula magna dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche, molti familiari arrivati da ogni parte d’Italia.
Hanno dato il via allo spettacolo i giovanissimi musicisti dell’ «Orchestra dei Ragazzi» della Scuola di Musica di Fiesole, impegnati in un complesso programma che ha riscosso unanime consenso. L’ensemble composto da una sessantina di musicisti, ha eseguito l’impegnativa Ouverture de «Il flauto magico» di Mozart, sotto la direzione del Maestro Edoardo Rosadini, che ha saputo catalizzare le energie e l’entusiasmo dei giovanissimi orchestrali. L’orchestra ha eseguito celebri ballabili sinfonici di Strauss, accompagnando la danza delle Dame e dei Cavalieri: un esperimento perfettamente riuscito, questo, di costituire un corpo di ballo ben organizzato grazie alle coreografie di Maria Grazia Parisi e all’impegno costante di tutti gli allievi, coordinati e seguiti per tutto il triennio dal comandante del corso Espero, capitano Francesco Di Rosa, in aggiunta a tutte le materie didattiche e le attività curriculari.
Tra le Dame ragazze degli Istituti fiorentini con i quali la Scuola Douhet ha intrapreso rapporti di collaborazione ma, anche le nostre ragazze del Corso Espero, le più emozionate che hanno lasciato la rigorosa divisa con lo spadino per sentirsi principesse e volteggiare in abiti da sera sulle note di un valzer.
La danza classica non è l’unica delle iniziative a carattere artistico-musicale offerte agli studenti: il canto, espresso attraverso la creazione di un coro, è un’altra delle attività extrascolastiche e culturali fortemente voluta come elemento di socializzazione.
Il gradimento riscosso da parte degli alunni lo conferma. Nella stessa serata si è esibito anche un coro formato dagli allievi della Douhet dell’Istituto Francese «Victor Hugo», un’altra collaborazione che allarga la visuale prospettica delle attività scolastiche, permettendo un raffronto tra scuole anche di diverso indirizzo. Grazie alla preparazione del Maestro Bernardo Donati, anch’egli proveniente dalla Scuola di Fiesole, questo ensemble vocale si è esibito nell’interpretazione dei grandi classici come «Moon river» e «Por una cabeza», quest’ultimo coinvolgente e ammaliante tango argentino che è stato danzato dalle eleganti dame e cavalieri del corso «Espero».
L’ultimo brano, eseguito dal Sestetto di Fiesole diretto dal Maestro Riccardo Foti, è stato un valzer che ha permesso agli Allievi di danzare assieme ai loro genitori: momento questo di toccante intensità, che alcuni dei presenti hanno vissuto con evidente trasporto emotivo.
Tra non molto gli allievi di «Espero» affronteranno gli esami di maturità e lasceranno la Douhet. Per rientrare nella vita civile o affrontare i concorsi di ingresso ad una delle Accademie Militari delle Forze Armate. Il futuro incombe ma l’esperienza di vita dei tre anni alla Scuola Douhet di Firenze ben difficilmente sarà dimenticata. E anche noi non li dimenticheremo.