Concordia, Francesco Schettino rinviato a giudizio
GROSSETO – Il processo inizierà il 9 luglio, «confermato in pieno il nostro impianto accusatorio» dice il procuratore di Grosseto Francesco Verusio. Il giudice dell’udienza preliminare Pietro Molino ha rinviato a giudizio Francesco Schettino, respinta la richiesta della difesa di proscioglimento per il reato di abbandono così come le richieste di nuove perizie sulla nave.
«La piattaforma fornita dalla pubblica accusa contiene (più che) sufficienti indizi di colpevolezza per giustificare il rinvio a giudizio dell’imputato». Lo scrive il gup di Grosseto Molino nell’ordinanza con cui ha rinviato a giudizio l’ex comandante della Costa Concordia. Gli indizi di colpevolezza si desumono dagli esiti dell’incidente probatorio, dalle dichiarazioni di testimoni, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dai sopralluoghi della polizia giudiziaria nonché dall’interrogatorio di Schettino in sede di udienza di convalida dell’arresto successivo al naufragio.
Schettino, arrestato il 14 gennaio 2012 dopo il naufragio della Concordia, era stato accusato di omicidio colposo plurimo, abbandono della nave. Durante l’interrogatorio di garanzia l’ex comandante aveva sostenuto di essere caduto su una lancia, che lo aveva portato in salvo. Ma nelle intercettazioni ambientali aveva confidato ad un amico, col quale parlava al telefono, di essersi buttato volontariamente. Il processo si terrà davanti a un collegio del tribunale di Grosseto.
In un primo momento Schettino era stato difeso dall’avvocato Bruno Leporatti, successivamente il collegio difensivo è passato nelle mani del legale Francesco Pepe. Durante le varie udienze la Procura aveva avuto più che una discussione con la difesa che aveva definito Schettino una specie di «maitre d’hotel» proprio per dimostrare che il capitano aveva avuto un ruolo marginale nella vicenda.
La Costa Concordia naufragò il 13 gennaio 2012 davanti agli scogli dell’Isola del Giglio, 32 i morti di cui 2 ancora dispersi.